venerdì 10 maggio 2013

Stoccaggi, scienza ed etica


Ieri sera a Lugo (RA) ho partecipato  ad un incontro pubblico sulla sismicità indotta. Oltre alle consuete preoccupazioni attualmente molto diffuse in Emilia, c'è stata una domanda che mi ha colpito per la sua “inattualità” dato che sembrava presa da tante accese discussioni con gli altri studenti di Fisica ormai più di trenta anni fa. Non capita spesso oggigiorno di essere interrogato sul ruolo “etico” del ricercatore.
Dopo che avevo illustrato dati ed esempi sulla sismicità indotta in Italia un partecipante alla riunione mi ha chiesto se come ricercatore non ritenessi eticamente scorretto lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo che si traducono in una vendita di un bene pubblico per un interesse privato.
La mia risposta non deve essere stata molto soddisfacente dato che ho ricevuto stamattina le considerazioni che riporto qui sotto, con il consenso di chi le ha formulate e solo leggermente sintetizzate. Potrebbe nascerne un bel dibattito...

...la sua risposta mi ha fatto molto riflettere sulla sua professione: la scienza è uno strumento, e lei è asservito alla scienza. però se come scienziato rifiuta un'etica automaticamente perde ogni sorta di umanità. Suvvia, ogni essere umano ha un'etica e ogni essere umano ha un'ideologia, una visione del mondo, altrimenti sarebbe uno struzzo.. per cui il dilemma è: "è meglio essere un bravo scienziato al servizio della distruzione o uno scienziato che ogni tanto si pone delle domande sulle conseguenze delle sue azioni?"
Lei pensa veramente che le sue azioni e le sue parole non avranno ripercussioni su nessuno? (è piuttosto difficile risultare politicamente neutri, intendendo per politica l'influenza sulle altre persone, quando si è professori universitari e direttori di un centro di ricerca)
Lei pensa veramente che data la sua posizione (di potere relativo) le sue opinioni non abbiano ripercussioni su nessuno?
Lei è certo di voler essere un mero strumento in mano al potere politico senza un minimo di senso critico?
Le chiedo queste cose perché posso capire che in pubblico non può esporsi, ma ha fatto dei pessimi esempi su come la scienza "distruttiva" ha portato a delle conoscenze … io non credo di condividere questo tipo di visione, tipico delle società autoritarie, per cui ogni cosa è giustificata dalla ricerca, dal progresso, dall'evoluzione. Questa ad esempio è un'ideologia: quella del tecnico, che però si occupa solo del suo settore.
sono deluso perché dopo una relazione così chiara e brillante non mi aspettavo una risposta del genere. Sono i bambini di 5 anni che non si prendono la responsabilità del loro ruolo sociale.... per me è comunque importante farle sapere che nessun essere umano dovrebbe annullare il proprio ruolo sociale per la carriera o la professione".

Cerco di chiarire la mia posizione, dissipando così il dubbio che io non possa esporre la mia opinione in pubblico per qualche oscrura ragione. 
Io non sono per la sovrapposizione del ruolo tecnico-scientifico con quello etico-politico.
Come fisico, non posso non concordare con la più breve ed efficace definizione di scienza che io conosca, quella data dal premio Nobel Richard Feynman: “La scienza è il potere del fare”. Al ricercatore non spetta decidere cosa è giusto e cosa non lo è, ma solo cosa è possibile e cosa non lo è. E' solo questa libertà che lo pone al riparo dall'autoritarismo e dal servilismo. Se è sorretta da una visione etica, può essere la politica a porre dei limiti alla scienza, ma non si può chiedere alla scienza di autolimitarsi. La scienza progredisce per il costante esercizio del dubbio, che è l'esatto contrario dell'adesione incondizionata ad una visione etica, religiosa e politica.
Nello specifico io rivendico il mio ruolo di esperto di un settore, non di tutto lo scibile umano, e pertanto le mie opinioni politiche valgono in democrazia quanto quelle di chiunque altro. Per riassumere il mio intervento di ieri sera, rivendico la libertà di criticare l'opacità delle compagnie industriali nel non rivelare I dati relativi alla sismicità indotta in passato da dighe, estrazioni o reiniezioni di fluidi nel sottosuolo. Rivendico anche la libertà di esprimere un parere contrario ad un progetto sbagliato come lo stoccaggio di Rivara ma altrettanto fermamente rivendico anche la libertà di mostrare che al momento l'unica rete pubblica e con dati pubblici nel primo anno di monitoraggio di uno stoccaggio gas in Italia non ha rilevato alcuna sismicità indotta. Se nei prossimi anni avremo dati diversi ovviamente ne prenderò atto.
Se avessi sposato una politica industrialista come lei sospetta, avrei detto che lo stoccaggio a Rivara è un ottima idea e che le compagnie in passato si sono comportate benissimo e che non c'è mai stato nessun problema.
Se avessi anteposto un etica ambientalista o una visione politica conseguente avrei dovuto nascondere che per il momento non avevo evidenze di sismicità indotta dallo stoccaggio di Collalto.
In entrambi i casi avrei mancato al mio ruolo di ricercatore indipendente che deve poter dire sì o no anaizzando i dati e non facendosi guidare da dei preconcetti.
Capisco che viviamo in un mondo con tendenze semplificatorie dove ad esempio per la commissione di esperti internazionali sull'Emilia la politica vede “diavoli” che devono essere bilanciati da “santi” e non basa il proprio giudizio sulla indipendenza e capacità dei ricercatori .
Io credo nel ruolo sociale del ricercatore, altrimenti anzichè sgolarmi dalle 21:30 alle 01:30 ieri sera me ne sari stato comodamente a casa mia. Ma credo che il mio ruolo sia dire le cose come stanno in ogni caso, senza dover per forza avere incontri che sono solo ricerca di consenso nel modo più facile, raccontando alle persone presenti solo cose in linea con le loro opinioni.
Posso poi pensare (come privato cittadino) che magari una tecnica che perde il 7% del gas che deve stoccare come alimentazione nel sistema di pompaggio non sia il massimo del risparmio energetico. Ma questa è una opinione politica che non deve pre-costituire il mio giudizio sulla domanda che l'organismo di controllo mi pone circa l'analisi dei dati della sismicità. Se non ci sono terremoti indotti per quest'anno, non ci sono e basta. Non li posso creare perche a me o a qualcun'altro farebbe piacere che ci fossero.
E ora, via al dibattito (o come direbbe il personaggio di Nanni Moretti “Nooo, il dibattito no!)