lunedì 25 febbraio 2013

Geyser in Emilia?

D. ... volevo sottoporle alcuni interrogativi che recentemente sono stati avanzati dalla stampa locale e che ci hanno creato confusione, dubbi e timori (io vivo vicino Ferrara)...
E' vero che la faglia di Ferrara non ha rilasciato energia, come si afferma qui: http://www.estense.com/?p=265214 ?
Ricordo anche la dichiarazione preoccupata della Commissione Grandi Rischi riguardante appunto la zona più a est, quella più vicina a Ferrara, dichiarazione che la popolazione non ha compreso bene e che è rimasta come in sospeso.
Adesso saltano fuori pure questi fenomeni naturali forse un po' inusuali in questo periodo non di piena del Po: http://www.lanazione.it/lucca/cronaca/2013/02/21/848866-ferrara_come_garfagnana_geyser_copparo_forse_spie_future_scosse.shtml
Certo, non so quanto possano dirci su quello che sta eventualmente succedendo sotto terra...
Infine, mi chiedo, se la faglia di Ferrara non si è "mossa", le piccole scosse che si sono avute vicinissimo a Ferrara, o comunque nel settore più ad est, come si inquadrano?

R.   Per rispondere a questo quesito ho raccolto informazioni da esperti che lavorano in zona e che ringrazio.
Il fenomeno osservato a Copparo difficilmente può essere attribuito ad attività premontrice di un terremoto. Per quanto esistano in Emilia fenomeni come vulcani di fango ed attività idrotermali studiati in passato come possibili precursori, questo non sembra il caso.
In Emilia-Romagna esiste una fitta rete di sensori di monitoraggio delle acque sotterranee: durante il recente terremoto si sono osservate variazioni  co- e post-sismiche ma non pre-sismiche. Il fenomeno in questione poi è fortemente localizzato (un unico punto di uscita). I sedimenti della pianura tendono a sigillare quanto accade in profondità, e dalla temperatura del fenomeno in questione si evince che si sarebbe dovuto aprire un singolo condotto diretto tra 500-1000 metri e la superficie. Data appunto la composizione degli strati intermedi prevalentemente a sedimenti sciolti con lenti argillose (impermeabili),  questo appare improbabile a meno che un condotto diretto non ci fosse già.
E' già successo in passato che si siano riaperti per usura e vetustà dei vecchi pozzi minerari chiusi perchè improduttivi.
Come si vede dalla figura seguente, la banca dati VIDEPI di UNMIG riporta numerosi pozzi perforati e poi chiusi ed abbandonati tra il 1920 ed il 1960, tra cui il Pozzo Copparo 1 perforato nel 1942 che riporta attorno ai 400 m la presenza di acqua salata con tracce di gas. Ci sono anche altri pozzi non riportati nella banca dati del ministero, e potrebbe essere stata una di queste perfoarazioni abbandonate a fornire la via di fuga ad acqua e gas verso la superficie.