A distanza di poco più di una settimana dal terremoto di magnitudo 4.3 in Emilia è istruttivo confrontare gli effetti dei due terremoti.
Innanzitutto è interessante affiancare le due mappe di risentimento elaborate da INGV con le segnalazioni dei cittadini via rete.
Considerando che l'area a destra è minore di quella a sinistra si può vedere che i risentimenti del terremoto in Friuli sono decisamente minori. Quale può essere la ragione? Basta uno 0.2 di differenza di magnitudo per spiegare questo fatto?
La situazione è più complicata.
Un primo motivo potrebbe essere dato dall'orario. Il terremoto è avvenuto nel cuore della notte, poche persone erano sveglie ed a una certa distanza chi dormiva non è stato destato dal terremoto. Ma ci sono anche ragioni più convincenti nella fisica dei due eventi.
I due terremoti sono stati registrati dalla rete accelerometrica della Protezione Civile. Gli accelerometri sono strumenti progettati per registrare anche forti moti del suolo senza saturarsi, mentre i sismometri nascono per registrare anche eventi piccoli o lontani e possono diventare ciechi quando sono troppo vicini all'epicentro. Un primo parametro di interesse è la PGA, ovvero la massima accelerazione del suolo, misurata in cm/s2. La figura qui sotto riporta il confronto tra le accelerazioni dei due terremoti in funzione della distanza (in km).
A parità di distanza il terremoto dell'Appennino ha valori generalmente superiori, e questo divario aumenta con la distanza.
Ancora ci possiamo chiedere se la differenza di 0.2 in magnitudo spieghi tutto, o se c'è dell'altro.
La magnitudo è un parametro ingannevole, dà la sensazione che un evento complesso come un terremoto stia tutto in un numero. E ci si scorda che di magnitudo c'è ne sono molte, non una sola.
Vi ricordate le grida al complotto, dopo il terremoto dell'Aquila e dell'Emilia, perché la magnitudo locale era minore della magnitudo momento, o Mw? Bene, questa volta è il contrario. Guardate queste due figure, elaborate rispettivamente dall'INGV per il terremoto in Appennino e dall'OGS per quello in Friuli, usando lo stesso programma di calcolo.
La figura è istruttiva perchè fa vedere come la Mw venga ottenuta modellando tutto il sismogramma, mentre la magnitudo locale si ricava solo dalla massima velocità registrata. Ma soprattutto fa vedere che se per il terremoto appenninico le due magnitudo sono quasi uguali (4.3 contro 4.27) per il Friuli la Mw è solo 3.9, quindi minore della Ml, con buona pace dei complottisti che pensano che le magnitudo vengano taroccate o scelte per "minimizzare" i terremoti.
Complessivamente si può dire che il terremoto del Friuli è stato meno energetico di quello dell'Appennino, anche se le magnitudo locali sono quasi uguali.
Infine, parliamo ancora della direttività, la nemica delle figurine sui giornali con le onde del terremoto che sembrano quelle di un sasso in uno stagno, perfettamente circolari. Nel suo piccolo, anche il terremoto del Friuli mostra una direzione preferenziale di irraggiamento dell'energia rispetto all'epicentro (l'evento è piccolo, ma in una zona dove la rete sismica e accelerometrica dell'OGS è molto densa), come si vede dalla figura seguente.
Si vede che i valori maggiori sono spostati nel quadrante Nord-Ovest, dove la densità abitativa è minore ed il suolo roccioso non dà amplificazioni locali. L'effetto sarebbe stato ben diverso se il terremoto avesse propagato principalmente a Sud-Est, dove si trovano città più grandi e suoli soffici.
Non fidatevi quindi di un solo numero. Gli effetti di un terremoto sono complessi e richiedono spesso una valutazione sul campo. A questo proposito, il terremoto di ieri è stata la prova del fuoco del nuovo sistema di utilizzo dei volontari di protezione civile sul campo per la segnalazione immediata degli effetti descritta in questo articolo.