lunedì 28 gennaio 2013

Buone notizie per il Pollino?

Come già detto in un post precedente, fino al terremoto di magnitudo 5 dello scorso Ottobre la sequenza del Pollino aveva due caratteristiche:
1) dimezzamento dei tempi tra due parossismi della sequenza dopo ogni nuovo massimo
2) superamento della soglia di attività precedente ad ogni nuovo massimo e mancato rientro nei valori precedenti.
Da pochi giorni dopo la scossa di Ottobre si è visto che la dinamica del dimezzamento dei tempi non funziona più. E cosa succede al tasso di attività? Le persone in questi giorni non stanno più percependo scosse, ma è bene andare a vedere cosa succede per le scosse strumentali, di magnitudo almeno 1.5.

Il grafico blu che indica il numero medio di scosse in 24 ore è finalmente sceso al di sotto del livello di attività minimo di prima della scossa di Ottobre. Si sta avvicinando alla linea arancione, che denota il livello di attività di fine luglio 2102. C'è ancora strada da fare per tornare ai livelli di Aprile 2012 o ancora a quelli di inizio Ottobre 2011. Se continuerà così nelle prossime settimane si potrà finalmente dire che la sequenza si sta esaurendo.

domenica 27 gennaio 2013

Il terremoto in Garfagnana

Un'amica di Porretta Terme, preoccupata per la scossa di venerdi mi chiede lumi sulla sismicità del lato sud dell'Appennino Tosco-Emiliano. Rispondo volentieri dopo aver raccolto un po' di dati che spero chiariscano la situazione.
Qui sotto troviamo una figura apparentemente complicata che però contiene tutto quello che ci serve per la spiegazione.

La stellina gialla è l'epicentro, i pallini gialli sono tutte le scosse successive della sequenza registrate fino a questa sera. I due rettangoli arancioni sono le due faglie presenti nel data base dell'INGV. La faglià più a nord è quella responsabile del grande terremoto della Garfagnana nel 1920. La seconda non ha terremoti storicamente noti (ci torneremo dopo). Il cerchio a spicchi centrato sull'epicentro è il meccanismo focale, ovvero il modello della faglia e degli sforzi responsabili di questa sequenza. Questo lo ha ricavato l'INGV e come si vede è uguale a quello calcolato dall'OGS, quello in alto a destra. Siamo quindi sicuri che questo modello è attendibile, ma cosa significa? I due archi che tagliano il cerchio sono i due possibili piani di faglia, mentre la forma ci indica che il terremoto è avvenuto su di una faglia trascorrente. Il modello di meccanismo focale non riesce a distinguere quale delle due faglie tra loro perpendicolari sia la responsabile del terremoto, ma l'allungamento in direzione nordest-sudovest degli epicentri delle scosse di assestamento ci indica chiaramente che quella è la faglia che si è mossa. E adesso che sappiamo che il terremoto è avvenuto su di una faglia trascorrente NE-SW cosa possiamo dire di più? Questo terremoto conferma le teorie più accreditate su come avvengano i terremoti in Appennino: ci sono grandi faglie i cui lembi scorrono uno sotto l'altro, il cui asse maggiore è parallelo alla direzione degli Appennini e sulle quali avvengono i grandi terremoti; poi ci sono altre faglie più piccole, perpendicolari alle precendenti i cui lembi scorrono uno a fianco all'altro per accomodare i movimenti tra le due faglie maggiori. Riassumendo, questo terremoto ci dice che è sensato pensare che a fianco della grande faglia a nord-ovest che ha dato il terremoto del 1920 ce ne sia un'altra di cui non conosciamo ancora terremoti storicamente noti. Sono due pezzi di un domino vincolati da una cerniera che ora si è mossa. Dato che un pezzo si è gia mosso "poco" tempo fa (90 anni sono niente per la geologia) è ragionevole pensare che prima o poi si muoverà anche l'altro. Potrebbero passare altri 90 anni, ma anche molti di più o (purtroppo per noi) molti di meno. Andando a vedere i cataloghi storici troviamo verso la fine del XI secolo due terremoti che hanno danneggiamenti noti in un solo punto, rispettivamente Pistoia e Pisa. Uno di questi due potrebbe essere stato il forte terremoto che manca all'appello e le cui informazioni dalla zona epicentrale non ci sono mai pervenute e che ha lasciato tracce storiche solo in una città.
Infine, la posizione della faglia a sud potrebbe essere in realtà più spostata verso il crinale appenninico, almeno a giudicare da dove sono posizionati gli epicentri che dovrebbero stare vicini al suo fianco ovest. Questa non è una buona notizia per gli amici che stanno sul versante emiliano, dato che la sorgente potrebbe essere più vicina di quanto finora ipotizzato.