Ieri
sera a Lugo (RA) ho partecipato ad un incontro pubblico sulla sismicità indotta. Oltre alle consuete preoccupazioni attualmente molto
diffuse in Emilia, c'è stata una domanda che mi ha colpito per la
sua “inattualità” dato che sembrava presa da tante accese
discussioni con gli altri studenti di Fisica ormai più di trenta
anni fa. Non capita spesso oggigiorno di essere interrogato sul ruolo
“etico” del ricercatore.
Dopo
che avevo illustrato dati ed esempi sulla sismicità indotta in
Italia un partecipante alla riunione mi ha chiesto se come
ricercatore non ritenessi eticamente scorretto lo sfruttamento delle
risorse del sottosuolo che si traducono in una vendita di un bene
pubblico per un interesse privato.
La
mia risposta non deve essere stata molto soddisfacente dato che ho
ricevuto stamattina le considerazioni che riporto qui sotto, con il
consenso di chi le ha formulate e solo leggermente sintetizzate.
Potrebbe nascerne un bel dibattito...
“...la
sua risposta mi ha fatto molto riflettere sulla sua professione: la
scienza è uno strumento, e lei è asservito alla scienza. però se
come scienziato rifiuta un'etica automaticamente perde ogni sorta di
umanità. Suvvia, ogni essere umano ha un'etica e ogni essere umano
ha un'ideologia, una visione del mondo, altrimenti sarebbe uno
struzzo.. per cui il dilemma è: "è meglio essere un bravo
scienziato al servizio della distruzione o uno scienziato che ogni
tanto si pone delle domande sulle conseguenze delle sue azioni?"
Lei
pensa veramente che le sue azioni e le sue parole non avranno
ripercussioni su nessuno? (è piuttosto difficile risultare
politicamente neutri, intendendo per politica l'influenza sulle altre
persone, quando si è professori universitari e direttori di un
centro di ricerca)
Lei
pensa veramente che data la sua posizione (di potere relativo) le sue
opinioni non abbiano ripercussioni su nessuno?
Lei
è certo di voler essere un mero strumento in mano al potere politico
senza un minimo di senso critico?
Le
chiedo queste cose perché posso capire che in pubblico non può
esporsi, ma ha fatto dei pessimi esempi su come la scienza
"distruttiva" ha portato a delle conoscenze … io non
credo di condividere questo tipo di visione, tipico delle società
autoritarie, per cui ogni cosa è giustificata dalla ricerca, dal
progresso, dall'evoluzione. Questa ad esempio è un'ideologia: quella
del tecnico, che però si occupa solo del suo settore.
…
sono deluso perché dopo
una relazione così chiara e brillante non mi aspettavo una risposta
del genere. Sono i bambini di 5 anni che non si prendono la
responsabilità del loro ruolo sociale.... per me è comunque
importante farle sapere che nessun essere umano dovrebbe annullare il
proprio ruolo sociale per la carriera o la professione".
Cerco
di chiarire la mia posizione, dissipando così il dubbio che io non
possa esporre la mia opinione in pubblico per qualche oscrura
ragione.
Io non sono per la sovrapposizione del ruolo
tecnico-scientifico con quello etico-politico.
Come
fisico, non posso non concordare con la più breve ed efficace
definizione di scienza che io conosca, quella data dal premio Nobel
Richard Feynman: “La scienza è il potere del fare”. Al
ricercatore non spetta decidere cosa è giusto e cosa non lo è, ma
solo cosa è possibile e cosa non lo è. E' solo questa libertà che
lo pone al riparo dall'autoritarismo e dal servilismo. Se è sorretta da una
visione etica, può essere la
politica a porre dei limiti alla scienza, ma non si può chiedere alla scienza di autolimitarsi. La
scienza progredisce per il costante esercizio del dubbio, che è
l'esatto contrario dell'adesione incondizionata ad una visione etica,
religiosa e politica.
Nello
specifico io rivendico il mio ruolo di esperto di un settore, non di
tutto lo scibile umano, e pertanto le mie opinioni politiche valgono
in democrazia quanto quelle di chiunque altro. Per riassumere il mio
intervento di ieri sera, rivendico la libertà di criticare l'opacità
delle compagnie industriali nel non rivelare I dati relativi alla
sismicità indotta in passato da dighe, estrazioni o reiniezioni di
fluidi nel sottosuolo. Rivendico anche la libertà di esprimere un
parere contrario ad un progetto sbagliato come lo stoccaggio di
Rivara ma altrettanto fermamente rivendico anche la libertà di
mostrare che al momento l'unica rete pubblica e con dati pubblici nel primo anno di monitoraggio di uno stoccaggio gas in Italia
non ha rilevato alcuna sismicità indotta. Se nei prossimi anni
avremo dati diversi ovviamente ne prenderò atto.
Se
avessi sposato una politica industrialista come lei sospetta, avrei detto
che lo stoccaggio a Rivara è un ottima idea e che le compagnie in passato si sono
comportate benissimo e che non c'è mai stato nessun problema.
Se
avessi anteposto un etica ambientalista o una visione politica
conseguente avrei dovuto nascondere che per il momento non avevo
evidenze di sismicità indotta dallo stoccaggio di Collalto.
In
entrambi i casi avrei mancato al mio ruolo di ricercatore
indipendente che deve poter dire sì o no anaizzando i dati e non
facendosi guidare da dei preconcetti.
Capisco
che viviamo in un mondo con tendenze semplificatorie dove ad esempio
per la commissione di esperti internazionali sull'Emilia la politica vede “diavoli” che devono essere bilanciati da “santi” e non basa il proprio giudizio sulla indipendenza e capacità dei ricercatori .
Io
credo nel ruolo sociale del ricercatore, altrimenti anzichè sgolarmi
dalle 21:30 alle 01:30 ieri sera me ne sari stato comodamente a casa
mia. Ma credo che il mio ruolo sia dire le cose come stanno in ogni
caso, senza dover per forza avere incontri che sono solo ricerca di
consenso nel modo più facile, raccontando alle persone presenti solo
cose in linea con le loro opinioni.
Posso
poi pensare (come privato cittadino) che magari una tecnica che perde
il 7% del gas che deve stoccare come alimentazione nel sistema
di pompaggio non sia il massimo del risparmio energetico. Ma questa è
una opinione politica che non deve pre-costituire il mio giudizio
sulla domanda che l'organismo di controllo mi pone circa l'analisi
dei dati della sismicità. Se non ci sono terremoti indotti per
quest'anno, non ci sono e basta. Non li posso creare perche a me o a
qualcun'altro farebbe piacere che ci fossero.
E
ora, via al dibattito (o come direbbe il personaggio di Nanni Moretti
“Nooo, il dibattito no!)