Una settimana è passata dalla scossa
principale in Nepal.
Cosa sta succedendo e cosa ci si può
aspettare?
Rispetto ad altri terremoti recenti,
l'evento in Nepal è ancora poco compreso per la mancanza di dati. Ad
esempio non si è ancora potuto vedere una registrazione delle
accelerazioni del suolo o degli spostamenti misurati mediante GPS. In
Nepal esistono una rete accelerometrica ed una GPS gestite dal National
Seismic Network. Durante questa settimana il sistema di
trasmissioni ha sofferto il generale collasso delle comunicazioni in
Nepal, e per alcuni giorni il sito non è stato aggiornato con gli
aftershocks. La situazione di emergenza ha portato alla decisione di
distribuire i dati acquisiti dal sismometro
installato da OGS presso la Piramide Ev-K2-CNR, che erano ancora
trattati come riservati dalle autorità nepalesi, e che ora sono
distribuiti al pubblico dal consorzio EIDA. Tuttavia, le informazioni
che si hanno dalle reti internazionali non consentono di avere una
completezza del dato per magnitudo inferiori a 4.5. Osservando la
distribuzione delle scosse di assestamento con i dati della rete
Geofon si nota una distribuzione poco uniforme delle scosse, con
gli eventi concentrati in due grappoli di cui il maggiore a Nord-Est di
Kathmandu, ma con ampie zone vuote.
Se ci fossero i dati accelerometrici e
GPS si potrebbe stabilire se queste zone corrispondono alle aree di
faglia dove tutta l'energia disponibile è stata rilasciata dalla
prima scossa, ovvero se ci sono porzioni di faglia ancora bloccate
che rilasceranno l'energia in un futuro più o meno prossimo. Lo
stesso dubbio sulle modalità di rilascio dell'energia viene
osservando la distribuzione dei terremoti in funzione della magnitudo
(distribuzione di Gutenberg-Richter, vedi figura).
Gli aftershocks seguono una linea retta
come previsto dalla teoria, ma ben lontana dall'intercettare le
magnitudo maggiori. Potrebbe essere che questa faglia a bassissimo
angolo di immersione abbia modalità di accumulo e rilascio ben
diverse da quelle delle faglie a cui siamo abituati, come si vede dal
confronto con la sequenza dell'Emilia 2012.
Hanno iniziato a circolare ottimi dati
sulle intensità grazie allo sforzo di una organizzazione non
governativa, la National Society for Earthquake Technology, come la
mappa delle intensità riportata qui sotto. Si tratta di Modified
Mercalli (di stampo USA), dove i gradi sono associati a danni
maggiori di quelli di cui siamo abituati con la
Mercalli-Cancani-Sieberg.
Sul sito
della NSET sono disponibili molti altri dati ed immagini dei
danni (bisogna pazientare un po' per il collegamento lento, ma sembra
un miracolo che tutto funzioni ancora).
Infine, vorrei segnalare una iniziativa partita in Italia in questi giorni. Per il legami che hanno con varie organizzazioni in Nepal, tra cui lo stesso NSET, due enti di ricerca ed una associazione di volontariato hanno messo in comune i loro progetti di aiuto per quella nazione. Appena
possibile, al raggiungimento delle condizioni logistiche e di
sicurezza necessarie, si svolgerà una missione in Nepal i cui obiettivi tecnico scientifici sono quelli di
fornire
assistenza tecnica nei settori della risposta sismica di sito e
della ingegneria sismica (stime di vulnerabilità/progettazione
antisismica), fornire
attrezzature per attività continuative da parte
dei beneficiari Nepalesi ed infine rafforzare
il sistema di monitoraggio in Nepal.
Come
caso di studio incluso nel progetto di formazione dei tecnici locali
si userà l’orfanotrofio di Lalitpur, per il quale OGS e ReLUIS si
impegnano a garantire che la scelta del sito e la progettazione
antisismica dell’ampliamento saranno conformi ai
migliori standard, mentre ANPAS procederà alla raccolta dei fondi
per la materiale ricostruzione (vedi a questo link per ulteriori dettagli).