La mappa sottostante riporta gli epicentri localizzati dalla rete nazionale, e si può vedere come questo sciame sia poco a sud di Porretta, in destra orografica del fiume Reno, con profondità tra i 10 ed i 20 km.
La zona dell'Appennino Tosco Emiliano è notoriamente sismica, ed i centri più noti per la sismicità storica sono il Mugello ad Est e la Garfagnana ad Ovest (a casa del mio nonno paterno, il cui padre era di Castelnuovo, la Garfagnagana veniva indicata come "i monti ballerini"). Anche negli ultimi anni queste due zone hanno prodotto terremoti con magnitudo attorno a 5. La mappa degli eventi registrati negli ultimi 10 anni mostra comunque una notevole attività anche sul versante bolognese.
La mappa qui sopra mostra come ci sia una struttura piuttosto evidente per continuità, corrispondente alla parte più elvata del crinale. Del resto se il Corno alle Scale è una bella montagna, vero zauberberg per gli escursionisti locali, lo deve alle forze geologiche che lo hanno modellato in passato e che continuano la loro attività tutt'oggi. Che la zona sia sismica, e che quindi in futuro potrà dare terremoti più forti di quelli di oggi è certificato anche dalla carta di pericolosità nazionale riportata qui sotto, dove si vede come la zona al confine regionale abbia una pericolosità più elevata della Bassa modenese e ferrarese dove tutti ben sanno cosa è successo nel 2012.
Il guaio (o il pregio) dei terremoti è di essere fenomeni rari, per cui si lasciano dimenticare con facilità. Ma la zona dell'appenino Bolognese in passato era considerata una delle zone sismiche più famose d'Italia, anche grazie all'attività degli studiosi locali, come conferma la prefazione del primo numero del Bullettino del Vulcanesimo Italiano, scritta da Michele Stefano De Rossi, uno dei più famosi sismologi italiani e fondatore di quella rivista scientifica che fu la prima dedicata a terremoti e vulcani (il Bullettin of the Seismological Society of America, tuttora una delle migliori riviste del settore, fu fondata oltre 30 anni dopo):
A chi volesse approfondire la storia del farmacista di Porretta e della previsione dei terremoti, rimando a questo post dedicato all'argomento. Per chi fosse ulteriormente interessato alle correlazioni tra livello del pozzo di Porretta e terremoti, esiste anche un articolo pubblicato su rivista internazionale.
Insomma, questa sequenza è un esempio di come in Italia non ci siano aree asismiche, ma solo zone che non sanno di essere sismiche (o lo hanno dimenticato).