La sequenza sismica che da oggi interessa il Matese mostra almeno cinque peculiarità interessanti.
1) Innanzitutto, molti non si saranno accorti che questa mattina si era mosso il margine orientale della piattaforma Apula, che con la sua rotazione causa la sismicita lungo la catena appennica. Un terremoto di magnitudo tra 4.7 e 4.9 era avvenuto nella Croazia meridionale poco prima delle 07:00 UTC. Nella registrazione della stazione sismica di Matera riportata qui sotto sono ben evidenti entrambe le scosse.
La coincidenza delle due scosse ha messo in evidenza il motore comune che è la causa di entrambe.
2) Un'altra particolarità della sequenza del Matese è che ha un tratto in comune con quella di Gubbio, che ho richiamato in un precedente post. Come si vede dalla immagine qui sotto, la sequenza è prossima ad alcune faglie censite nella banca dati DiSS dell'INGV, ma non corrisponde ad alcuna sorgente nota. Se fossimo sicuri che il catalogo delle faglie sia completo, sarebbe una buona notizia perchè non ci sarebbero da aspettarsi scosse più forti di quelle odierne. Purtoppo non si può escludere del tutto la possiblità di un terremoto su una sorgente non ancora scoperta.
3) Dalla mappa precedente, guardando la scala di colori associati alla profondità, si vede che la sequenza del Matese interessa tutti e tre i primi strati. Non è un fatto comune per una sequenza innescata da un terremoto di magnitudo inferiore a 5. Per coinvolgere livelli dalla superficie a più di 20 km di profondità servono magnitudo molto maggiori. Uno sguardo di maggiore dettaglio alle profondità disponibili sul sito ISIDE dell'INGV mostra un comportamento singolare. La distribuzione non è uniforme ma mostra due massimi distinti, come si vede dal grafico seguente.
Circa una metà dei terremoti avviene tra 9 e 11 km, poi c'è uno iato prima di un secondo massimo tra i 17 ed i 25 km di profondità.
4) La legge di Gutenberg-Richter stablisce che il logaritmo del numero dei terremoti decresce linearmente al crescere della magnitudo. La pendenza della retta è circa uno. Nel caso della sequenza del Matese, nelle prime ore la sequenza ha un coefficiente significativamente più piccolo dell'unità, come si vede dal grafico seguente.
5) E' uno dei primi casi per cui ci sono stati espliciti inviti alla popolazione ad abbandonare le case e non rientrare per alcuni giorni.
Se non si è sicuri che esista un piano che preveda aree di attesa e soccorso, interventi di protezione civile a livello locale e una conoscenza della vulnerabilità delle abitazioni, scappare a caso per un periodo di tempo imprecisato (3 giorni? e perché non 5 o 32?) non mi sembra una grande opzione.
Se non viene nessun terremoto forte e un anziano muore di polmonite per aver dormito in macchina? O se viene il terremoto forte e si scopre di essere usciti da una casa senza problemi per parcheggiare vicino a una che crolla? Mi sembra che i comportamenti individuali improntati al panico abbiano già prodotto dei feriti questo pomeriggio. Bisognerebbe eventualmente uscire da case vulnerabili per essere accolti in aree (tende? palasport?) appositamente attrezzate e verificate, limitando il traffico per lasciare libere le strade ai mezzi di soccorso. Come esempio da NON imitare, guardate questa foto presa da un servizio di La Repubblica.
Sostare in un vicolo stretto, vicino alle pareti degli edifici è più pericoloso che stare in casa. Molto prima che un edificio crolli, ci sono distacchi di parti non strutturali come cornicioni e terrazzini, cadono tegole e comignoli, da altezze più che suffcienti per uccidere.
Se non si è sicuri della qualità antisismica della propria abitazione, bisogna recarsi nelle aree di attesa sicure previste dal piano di protezione civile comunale.
Se non c'è il piano, recarsi dal Sindaco e tirargli (forte) le orecchie.
Nel 2011 a Lorca (Spagna) tutte le vittime meno due furono causate da crolli di parti non strutturali che uccisero persone uscite in strada dopo un foreshock.
Seismologists on trial in Italy
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From Nature News blog:
Italian seismologists to be tried for manslaughter - May 25, 2011
*Posted on behalf of Nicola Nosengo*
Six Italian seismologists an...
Buongiorno professore.
RispondiEliminaHo scoperto il suo blog stamattina grazie ad una discussione riguardante fenomeni sismici su un sito che tratta però di meteorologia.
Vivo a Campobasso ed ho avvertito molto bene la scossa principale di ieri.
Conosco il sistema di faglie della piana di Bojano, responsabile dei terremoti distruttivi storici della zona, e quando ho conosciuto l'epicentro ho tratto un leggero sospiro di sollievo.
Tuttavia scoprire che la zona dell'epicentro non è catalogata lascia comunque molte preoccupazioni.
Soprattutto quando leggo che la sequenza presente delle "peculiarità".
Ci può dire qualcosa in più soprattutto sul 3° e 4° punto o è ancora presto?
Grazie
Dopo due giorni il numero delle scosse è ovviamente aumentato, ma gli andamenti rirmangono gli stessi. Appena possibile preparo un grafico di confronto con le altre scosse.
EliminaBuonasera professore
RispondiEliminaè un piacere leggere i suoi approfondimenti, da eterno amatore della geologia e autodidatta. Tratto queste cose ma in modo molto tecnico e purtoppo con una preparazione limitata, ho realizzato software automatici che danno informazione. Inserirò un link a questo post, oltremodo interessante.
Alibrando
La terra trema lo stesso giorno in Campania e in Croazia
RispondiEliminaL'evento allo studio dei ricercatori. Il fisico Marco Mucciarelli evidenzia che la sequenza è prossima ad alcune faglie censite nella banca dati Diss (Database of individual seismogenic sources) dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), ma non corrisponde ad alcuna sorgente nota; un fatto questo che non escludendo del tutto la possibilità che il catalogo delle faglie non sia completo e pertanto non permette di escludere del tutto la possibilità di scosse più forti di quelle registrate da ieri
http://vglobale.it/territorio/16293-la-terra-trema-lo-stesso-giorno-in-campania-e-in-croazia.html
Prof io non ho capito una cosa; nella relazione di Gutenberg-Richter possono esserci 1, 2 o più di 2 massimi? Cioè nel caso del Matese la magnitudo massima è 5 o può esserci qualche altra scossa di magnitudo maggiore?
RispondiEliminaA differenza di altre sequenze, nel Matese la scossa più forte è stata la prima. Di solito quando si ha questo comportamento è difficile che ce ne sia una più forte sulla stessa faglia, ma non si può escludere che si attivi una faglia vicina
EliminaSalve professore. Volevo sapere se secondo lei, dopo più di 200 anni di mancanza di una forte attività nella zona del Matese, é possibile che il terremoto che si é verificato non abbia liberato tutta l energia e che quindi, anche tra mesi o anni potrà esserci un terremoto più forte? Grazie
RispondiEliminaIn quella zona ci si aspettano terremoti di magnitudo 6.6. Un magnitudo 4.9 ha circa 50 volte meno energia del terremoto atteso, quindi non può avere liberato che una piccola frazione della energia accumulabile nel Matese.
Eliminaho letto in giro (anche sul sito dell'INGV) che la faglia che si è attivata durante la scossa di tre giorni potrebbe essere quella che ha generato il sisma del 1688 poichè fino a questo momento la sorgente di tale terremoto era ignota ... se fosse così, cosa ci si dovrebbe aspettare dallo sciame sismico che si è attivato col 5 Richter del 29 sera ?
RispondiEliminaHo risposto qui: http://tersiscio.blogspot.it/2014/01/confronto-tra-matese-e-altre-sequenze.html
RispondiEliminaQuesta caro professore invece sembra per tutti i media essere una voce più autorevole e competente della sua, inoltre parla anche con il cuore (un po' meno con la testa)...
RispondiEliminahttp://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2013/29-dicembre-2013/geologo-dormite-macchinaper-prossimi-due-o-tre-giorni-2223855089457.shtml
P.s. corregga i 20 m in 20 km:
I tre giorni mi sembrano abbondantemente trascorsi...
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