venerdì 5 marzo 2010

Non-linearità? Un problema non semplice

Ricercatori e professionisti utilizzano ampiamente il concetto di non linearità dei terreni, supponendo che quanto più è forte un terremoto tanto meno è efficace la sua amplificazione per la diminuzione con la deformazione della sua resistenza agli sforzi di taglio. Poichè fare misure in laboratorio di questi parametri per ogni sito è piuttosto costoso, si utilizzano ampiamente valori di letteratura.
Il terremoto dell'Aquila ha fatto venire qualche dubbio, visto che non ci sono evidenze forti di non-linearità in molte stazioni (vedi questo articolo).
Un articolo appena uscito sul BSSA  illustra i dati registrati in una coppia borehole-superficie per un forte terremoto in Giappone. La figura qui sotto riporta i moduli di degrado invertiti dalle registrazioni confrontati con i classici valori di Seed & Idriss per le sabbie e Vucetic & Dobry per le argille. Su 11 strati considerati, 2 si comportano come previsto, 1 è molto più non lineare dei valori di letteratura e 8 non mostrano nessuna non-linearità.

giovedì 4 marzo 2010

Intervista al settimanale Controsenso Basilicata

Intervista al settimanale Controsenso Basilicata - cliccare sull'immagine per renderla leggibile.

Terremoto Taiwan: M= 6.4, nessuna vittima?

Un terremoto di magnitudo 6.4 ha colpito la parte meridionale di Taiwan questa notte. Al momento non si segnalano vittime ma solo alcune decine di feriti, a dimostrazione che nulla come la prevenzione salva vite dal terremoto: infatti Taiwan ha un codice sismico restrittivo ed applicato con severità.
Per confronto, il terremoto di questa notte è simile a quello di L'Aquila non solo per la magnitudo, ma anche per le accelerazioni, come si vede dai dati resi immediatamente disponibili dall'Agenzia Meteorogica di Taiwan:
Il terremoto è stato registrato dalla rete sismica della Basilicata. E' istruttivo confrontare le ampiezze con il terremoto di Matera descritto al post precedente.

Terremoto a Matera

Un terremoto di magnitudo 1.4 è stato avvertito a Matera la scorsa notte.
Questa è la registrazione della stazione presso l'ASI di Matera (BA-MATE)

mercoledì 3 marzo 2010

Terremoto M=2.4, scuole sgomberate

Un terremoto di M 2.4 a profondità di 10 km sembra sia stato percepito in maniera così intensa da far sgombrare le scuole dell'Aquila. Almeno questo è quanto racconta la giornalista del TG1 alle 13 di ieri.
Diamo un'occhiata ai sismogrammi registrati dall'INGV a 5 km dall'epicentro. Sembra un normale, piccolo evento con  una fase strong-motion delle S che non dura neanche 5 secondi.

A questo punto mi vengono in mente le seguenti motivazioni:

1) C'è stato il terremoto in Cile 3 giorni fa, ci voleva un evento in Italia per fare notizia.
2) La giornalista del TG1 è in zona l'Aquila da alcuni giorni inviando servizi sulle strutture, ed oggi non sapeva quale scoop inventarsi.
3) Anche la scala Mercalli-Cancani-Sieberg prevede (IV grado) che "questo movimento tellurico di solito non provoca paura nelle persone a meno che non siano nervose o apprensive a causa di terremoti precedenti".
4) elevate accelerazioni nel range di risonanza dell'essere umano (circa 25 Hz).
Non sto scherzando. C'è chi misura la frequenza di risonanza degli esseri umani, in piedi, sdraiati e seduti: http://journals.lww.com/spinejournal/Abs...5_Hertz.10.aspx
Spero che nessuno dica che serve per mirare le frequenze di HAARP al controllo mentale della specie umana. :-)
Più seriamente, il fatto che i giornalisti possano essere poco affidabili e che i terremoti  ricevano o perdano attenzione a loro discrezione ha radici storiche ben profonde, come dimostra questo articolo:

CASTELLI V. and CAMASSI R.
Abstract
From their earliest beginnings in the 16th century, journalists never failed to find earthquakes interesting. As a result, early journalistic sources offer a huge hoard of original earthquake data, mostly untapped to this day for seismological purposes. In the aftermath of large earthquakes, the journalists of the 17th and 18th centuries tended to react in two ways. Either their interest for seismic news would increase, leading them to hunt for more news of the same kind, or it would focus exclusively on the big one to the detriment of lesser contemporary earthquakes. In the first case, it was possible that more earthquakes than usual would be given coverage; but in the second case more earthquakes than usual were likely to be overlooked and shadowed by the larger event. Through a comprehensive cross-check of Italian early journalistic sources, this paper attempts to highlight the shadow-zones of some major 17th-18th centuries Italian earthquakes.

Journal of earthquake engineering, 2005, vol. 9, pp. 333-348

lunedì 1 marzo 2010

Risposta sismica locale a Santiago

Nell'agosto del 2009 un gruppo di ricercatori del GFZ ha pubblicato sull'autorevole rivista Geophysical Journal International un articolo (visionabile qui) sul diverso comportamento sismico dei terreni sui cui sorge Santiago. La capitale del Cile comprende terreni molto diversi tra loro, che vanno dagli affioramenti di rocce ignee a bacini alluvionali profondi. La risposta sismica dedotta da misure di rumore ambientale e da registrazioni di deboli terremoti evidenziava una notevole differenza di amplificazione sismica. Questo dato a priori, confrontato con la distribuzione del danneggiamento osservato, costituirà un presioso riferimento per la verificare quanto queste indagini strumentali siano in grado di predire le variazioni di risposta sismica attese per eventi futuri,

Terremoto in Cile previsto da 10 anni

I sismologi hanno molto discusso negli anni recenti se i terremoti abbiano la tendenza a colpire dove ci sono appena stati altri eventi, oppure se sia ancora valida la teoria della lacuna sismica. In questo caso i terremoti occorrono dove è trascorso più tempo dall'ultimo. Il terremoto del Cile ricade in questa seconda categoria. In un articolo del 1998 il più famoso sismologo cileno (Raul Madariaga) indicava la zona di Concepcion come la più pericolosa del Cile, dove un terremoto poteva essere imminente.

domenica 28 febbraio 2010

Terremoto in Cile

Un altro problema non da poco che si deve ora affrontare in Cile è che gli aftershocks percorrono tutto il piano di faglia che si è rotto, portando dei terremoti di M>6 sotto a Santiago e Valparaiso.
La figura sottostante riporta la prima ora di moto sismico registrato ieri dalla stazione BA-MATE

sabato 27 febbraio 2010

Terremoto in Cile

Questa mattina un fortissimo terremoto di magnitudo 8.8 ha colpito il Cile.
Le onde di superficie generate da queso evento stanno ancora facendo il giro del mondo. La traccia della stazione sismica a lungo periodo BA-MATE (a Matera presso l'ASI) mostra oltre due ore di moto del suolo, non ancora concluso alle 9:30 ora italiana.

venerdì 19 febbraio 2010

Domande su magnitudo e momento sisimico

D. Potresti spiegare in maggiore dettaglio le relazioni tra profondità e magnitudo momento e le eventuali correzioni, anche per puntualizzare una volta per tutte se e come la profondità ipocentrale possa incidere sulle misurazioni. I mezzi di comunicazione sono molto imprecisi al proposito, lasciando talora intendere che sismi più profondi, a parità di magnitudo, siano meno distruttivi.

R. La definizione originale di Richter della Ml vale solo per i terremoti in California che si verificano entro 600 km da un particolare tipo di strumento: il sismografo di Woods-Anderson con periodo proprio 1 s. L'idea di base era molto semplice: conoscendo la distanza tra un sismografo ed un terremoto, osservando l'ampiezza massima del segnale registrato sul sismografo si può effettuare una stima empirica quantitativa della dimensione intrinseca del terremoto. Poichè la maggior parte dei terremoti in California si verificano all'interno della primi 16 km della crosta, le correzioni di eventuali variazioni della profondità focale sono state ritenute inutili.
La definizione di magnitudo è stata successivamente estesa alle osservazioni dei terremoti di qualsiasi distanza con profondità focale compresa tra 0 e 700 km.
Poiché i terremoti eccitano sia le onde di volume, che viaggiano dentro e attraverso la Terra, sia le onde di superficie, che seguono la guida d'onda naturale degli strati più superficiali, della Terra, la magnitudo Richter si è evoluta in due scale mb ed Ms. La formula standard per le onde di volume è
mb = log 10 ( A/T ) + Q( D , h )
dove A è l'ampiezza del movimento del suolo (in micron), T è il periodo di massima amplificazione strumentale(in secondi) e Q (D, H) è un fattore di correzione che è una funzione della distanza, D (gradi), tra epicentro e la stazione e la profondità focale, h (in chilometri), del terremoto.
La formula standard per le onde di superficie è
Ms = log 10 ( A/T ) + 1.66 log 10 (D) + 3.30
Ci sono molte varianti di queste formule, che tengono conto degli effetti di determinate regioni geografiche, in modo che l'ampiezza finale calcolata sia ragionevolmente coerente con la definizione originale di Richter della Ml, ma in ogni caso la determinazione della distanza ipocentrale è fondamentale: a parità di ampiezza dell'onda, maggiore distanza significa magnitudo più grande. Per converso, a parità di magnitudo e distanza epicentrale i terremoti più profondi daranno ad uno steso sito ampiezze minori, e quindi presumibilmente meno danni.
Ogni singola stazione fornisce un dato afflitto da errori sperimentali (lettura dell'ampiezza, effetti di sito locali, erronea stima della distanza ipocentrale). Poiché un terremoto viene poi registrato da molte stazioni, la stima della magnitudo è una media con una sua deviazione standard. Di solito l'errore associato alla magnitudo è 0.3. Questo significa che anche ammettendo che Ml e Mw fossero la stessa cosa, 5.8+0.3 e 6.3-0.3 sono due numeri indistinguibili e non potete quindi pretendere che i sismologi si appassionino più di tanto a discutere di due numeri di fatto uguali.
Ma infine Ml e Mw non sono la stessa cosa.
L'analisi delle forme d'onda complete dei sismogrammi (non solo quindi l'ampiezza di picco) registrati a diverse distanze ed azimut dal terremoto é utilizzata per determinare la geometria della faglia e per calcolare il momento sismico. Quest'ultimo è legato ai parametri fondamentali del processo di fagliazione:
Mo = mu.S., dove mu è la resistenza al taglio della roccia, S è l'area della faglia e è lo spostamento medio sulla faglia. Poiché la geometria di faglia e l'azimut dell'osservatore sono una parte del calcolo, il momento è una misura più coerente della dimensione terremoto, e viene riferito ad un punto convenzionale definito centroide, che non coincide necessariamente con l'epicentro. Questi fattori hanno portato alla definizione di una nuova scala di magnitudo Mw , basata sul momento sismico, secondo la formula
M W = 2/3 log 10 (M O ) - 10.7
Durante una sequenza sismica capita che ci siano versioni provvisiorie dei calcoli in rete. Servono per dare una prima stiam che viene poi affinata e pubblicata in maniera definitiva. In particolare per il terremoto dell'Aquila, la versione ultima dei calcoli del momento sismico dei terremoti della sequenza è ora in fase di stampa: Pondrelli et al., 2009; Seismic moment tensors of the April 2009, L’Aquila (Central Italy) earthquake sequence, Geoph. J. Int., doi: 10.1111/j.1365-246X.2009.04418.x. I dati sono disponibili a questo indirizzo: http://www.bo.ingv.it/RCMT/aquila2009.html
Chi volesse più dettagli su come INGV determina i momenti sismici li trova qui: http://www.orfeus-eu.org/Organization/Newsletter/vol2no1/rcmt.html