martedì 31 gennaio 2012

La direttività di un terremoto e l'inutilità della previsione

D ... trovo molto interessanti gli articoli da lei pubblicati e sono pienamente d'accordo con il suo parere sulla divulgazione, proprio per questo motivo volevo chiederle di potermi spiegare in parole povere cos'è la direttività di un terremoto visto che ho provato a cercarla in varie fonti ma è spiegata in maniera troppo tecnica.. la ringrazio e buon lavoro 

  Bella domanda, proviamo a uscire dallo schema che vediamo sempre sui giornali dove le onde sismiche sembrano un sasso lanciato nello stagno, concentriche e regolari.
Se guardiamo una lampadina da 100 watt da un metro dobbiamo chiudere gli occhi per il fastidio, ma ad un chilometro di distanza la stessa lampadina è un punto appena visibile. A parità di energia alla sorgente, i segnali luminosi così come le onde sismiche diminuiscono la loro ampiezza in maniera inversamente proporzionale alla distanza. Quando immaginiamo che tutta l'energia di un terremoto provenga da un solo punto lo chiamiamo epicentro. Spesso capita che da un lato dell'epicentro i danni spariscano quasi subito mentre dall'altro lato si propagano per decine di chilometri; questo fenomeno si chiama direttività. Per tornare all'esempio delle luci pensiamo ad un faro che ruota o ai lampeggianti blu delle ambulanze. Nella direzione in cui si proietta il fascio la luce è molto più intensa. La sorgente delle onde sismiche (la faglia) è come un lampeggiante bloccato che proietta più luce in una direzione. Quale sarà questa direzipone dipende dalla orientazione della faglia e dal modo in cui si propaga la rottura sul piano di faglia. Il primo dei due dati a volte è noto prima del terremoto, mentre non possiamo sapere nulla sul secondo fattore. Di solito. dato che la magniudo di un terermoto è proporzionale alle diemnsioni della faglia, i terremoti più grandi sono quelli che manifestano maggiormente questa caratteristica, ma ci sono evidenze di direttività anche per terremoti medio-piccoli.
 La direttività influenza la distribuzione dei danni, dei risentimenti e quindi delle intensità macrosismiche. Non è diffcile vedere l'effetto di sorgente in una mappa delle intensità se a parità di distanza dall'epicentro due direzioni sotto angoli diversi fanno vedere intensità diverse.
 Vediamo come esempio la mappa del recente terremoto di Berceto.

 Se osserviamo le intesità sopra e sotto la linea che corre da NW a SE, ci accorgiamo che a parità di distanza gli effetti avvertiti dalla popolazione sono molto diversi. Il Piemonte e la Lombardia hanno intensità più alte di Romagna, Marche, Umbria e Toscana meridionale.
Quanto visto per intensità al di sotto della soglia di danno si può osservare anche per eventi che hanno causato distruzioni, come ad esempio il terremoto dell'Aquila.

Qui è evidente come la direzione SE (la freccia spessa) è quella dove ci sono stati danni più gravi a parità di distanza dall'epicentro (la stella gialla). Guardiamo due località poste alla stessa distanza, ma rispettivamente lungo la direzione di massima direttività ed in direzione perpendicolare a questa: Goriano Sicoli e Teramo. Nella prima ci sono stati crolli (inclusa la scuola comunale fortunatamente vuota) mentre nella seconda non si sono avuti danni significativi. Ora dobbiamo porci una domanda: se qualcuno fosse riuscito a prevedere epicentro e magnitudo del terremoto, cosa si sarebbe dovuto fare? Quando qualcuno parla di "evacuare l'area" non si rende conto che in realtà prima del terremoto non abbiamo una idea precisa di quale sarà l'area colpita dal terremoto. Mettersi con un compasso sull'epicentro  non serve a nulla. Per qualsiasi ragionevole distanza possiamo stabilire correremmo due rischi: evacuare inutilmente decine di migliaia di persone o non evacuare aree che per quanto lontane saranno duramente colpite. Aggiungiamo poi la complicazione degli effetti di sito e la diversa vulnerabilità delle strutture e ci rendiamo conto che prevedere deterministicamente le conseguenze di un terremoto è impossibile, rendendo di fatto inutile la previsione dell'epicentro e della magnitudo.



2 commenti:

  1. Ho capito male o questa direttività è direttamente correlata con il meccanismo focale?

    Grazie
    Pierlo

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    1. In parte, per quello che riguarda la geometria della faglia. Il resto dipende da dove si origina e come si propaga la frattura sul piano di faglia

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