Dai primi giorni di settembre si è attivato uno sciame sismico a circa 25 km al largo dalla costa spagnola tra Catalogna e Valencia, che ha fatto registrare oggi il terremoto numero 400.
La zona è interessata dalle operazione di stoccaggio gas deominata "Castor" , un progetto partecipato anche dalla canadese Dundee Energy che si propone di diventare il più grosso stoccaggio di gas spagnolo sfruttando un giacimento petrolifero esaurito (Amposta Oil Field)
La piattaforma di pompaggio ed estrazione è collegata con un gasdotto di 25 km a Vinaròs sula costa.
Non si hanno dati precisi su volumi e pressioni del gas iniettato, se non che il giorno 16 aprile la compagnia concessionaria ha annuncitao di avere raggiunto la pressione prevista del "cushion gas" ovvero la quantità di gas che serve da "molla" per spigere fuori il gas successivamente iniettato (o, in altri termini, la quantità di gas non recuperabile dall'impianto). Il giorno 26 il governo spagnolo ha ordinato la sospensione delle attività in attesa di ulteriori indagini. A macchine ferme il 1° ottobre si è avuto il terremoto al momento più forte della sequenza che ha raggiunto magnitudo 4.2.
Osservando il grafico sottostante si vede come dall'inizio della attività la magnitudo sia andata aumentando, rimanendo sotto a 2.0 per 5 giorni, sotto 2.6 per 6, sotto 3.0 per 9 e sotto 3.5 per 20 giorni.
I dati forniti dall'Instituto Geografico Nacional di Madrid riportano come si è detto 400 eventi di magnitudo compresa tra 0.8 e 4.2. Il grafico del numero di terremoti in funzione della magnitudo mostra che il catalogo degli eventi è completo per magnitudo sopra 1.7.E' quindi possibile che nei primi giorni ci sia stata attività non registrata dalla rete nazionale spagnola. Dai documenti disponibili non sembra esistesse una rete di monitoraggio apposita.
La localizzazione degli eventi mostra un allineamentou NW-SE, compatibile con il meccanismo focale della socssa principale. La presenza di una notevole componente non doppia-coppia suggerisce che ci sia un ruolo dei fluidi sul piano di faglia. Un processo di diffusione dei fluidi spiegherebbe anche perchè la sismicità sia continuata, aumentando di magnitudo, anche dopo che sono state sospese le attività di pompaggio.
Quali lezioni si possono trarre da quanto sta avvenendo in Spagna?
1) se si vogliono evitare magnitudo in grado di fare danni (qui siamo a mare, ma a terra un 4.2 sarebbe un problema) è necessario fermare quanto prima le attività se le magnitudo aumentano e i terremoti si raggruppano
2) per realizzare efficacemente quanto al punto 1 servono reti di monitoraggio più sensibili di quelle a maglia larga che coprono normalmente le esigenze di protezione civile, in modo da accorgersi della evoluzione sfavorevole della sismicità il prima possibile.
3) Per lo stocaggio gas la soluzione migliore sono i giacimenti esauriti di gas. Giacimenti ad olio o in acquiferi non danno garanzie sufficienti e non esistendo una pressione di riferimento al momento della scoperta non è possibile capire quale sia il limite di pressione da non superare nello stoccaggio, specialmente se si possono innescare migrazioni di fluidi su piani di faglia pre-esistenti attivando sismicità di notevole magnitudo.
E' un impianto analogo a quello che si voleva realizzare in Emilia (soprattutto per le caratteristiche del "serbatoio")?
RispondiEliminaAvrei anche un'altra curiosità. Stoccaggio di gas ed attività di estrazione (di gas, di idrocarburi...) sono due cose diverse, è giusto? Le seconde, effettuate con metodi tradizionali, possono dare luogo a sismicità? Oggi ogni attività di "trivellazione" viene demonizzata (adesso arriverà Aldovrandi a dire che è colpa sua se è tutto un "no").
Infine, lei è a conoscenza di questa notizia?
http://www.geoforum.it/ubbthreads.php?ubb=showflat&Number=129394#Post129394
Che tipo di ricerca si vuole effettuare? Io avevo letto che in Emilia shale gas non ce n'è. Forse è il tipo di tecnica che si vuole usare che ha dato vita a deduzioni arbitrarie?
Analogo in quanto stoccaggio gas, ma a Rivara non c'era ne gas ne petrolio.
RispondiEliminaL'esempio più noto di attività indotta da estrazione attualmente è quello di Groeningen, in Olanda, dove la sequenza ha causato danni alle abitazioni e la compagnia NAM sta rifondendo milioni di euro di danni http://tersiscio.blogspot.it/2013/07/sismicita-indotta-in-olanda.html
La notizia del fracking in Emilia è una bufala, non solo nella concessione Reno Centese non è stato chiesto di fare fracking, ma la stessa pratica è in stand-by da un anno.
Mi affascina la modalità di nascita delle bufale... Per il terremoto in Emilia, sembra proprio che tutto sia nato da carotaggi per la Cipspadana (http://tersiscio.blogspot.it/2013/06/sismicita-indotta-o-induzione-alla.html?showComment=1378387842335#c944981448513649573). Da lì si è arrivati al fracking, alle indagini della magistratura e alla commissione di esperti, un percorso notevole!
RispondiEliminaPer la storia del fracking della concessione Reno Centese, mi pare indizio illuminante un ragionamento come questo (dal primo link su geoforum):
"Ho setacciato il sito della Expoenergy, che ha avanzato le due richieste per cercare idrocarburi. Non illumina sull’intenzione o meno di impiegare la tecnica del fracking. Afferma però che le due aree, sia in Lombardia sia in Emilia, sono già state esplorate a fondo dall’Eni, ex Agip.
Significa con ogni probabilità, aggiungo, che ormai è stato estratto tutto ciò che poteva essere raggiunto con le tecniche convenzionali. Dunque per spremerle bisogna andare oltre. E’ un elemento che, al di là dei titoli dei giornali, fa effettivamente pensare al fracking."
Cosa abbiano visto-letto-sentito i giornalisti di Brescia Oggi e La Gazzetta di Modena non si può sapere, ma immagino si debba trattare sempre di qualche deduzione personale basata su non so saprei quale elemento.
Da una deduzione alla leggenda metropolitana il passo è breve, soprattutto oggi.
L'attività di estrazione può causare sismicità perché modifica anch'essa condizione di pressione ed equilibri vari, immagino.
Penso che l'origine delle bufale e delle successive leggende metropolitane sia in parte da collegare ad una mancaza o carenza di comunicazione in questa complessa materia. Come si evince dalla stessa analisi sopra riportata, in merito al caso Spagna le incognite sono diverse, spesso legate a sistemi di monitoraggio inadeguati alle tecnologie (sperimentali) messe in campo per implentare sempre più lo sfruttamneto o allocamento di risorse. Come ben sappiamo ciò che oggi è una riserva, domani con adeguate tecnologie rappresenteranno delle risorse. Ma prorpio qui sta il punto, la spinta a voler trarre sempre maggiori profitti non rispetta i tempi collegati alla ricerca e alle dovute precauzioni da mettere in campo quando le variabili che entrano in gioco non sono del tutto note. Aggiungo che le varie tecniche che di volta volta vengono citate, più o meno a sproposito, derivano principalmente dalla lacunisosità degli stessi elaborati progettuali che ormai bombardano il territorio nazionale , proponendo una varia gamma di tecniche poco definite ed anzi che tradotte portano verso le leggende metropolitane; il riferimento è ovviamente a tutti i permessi di ricerca dagli idrocarburi al geotermico, allo stoccaggio di CO2, in fase di implementazione e definizione. In sintesi sono proprio le machevolezze e carenze a questo livello a produrre quest'effetto. È sufficiente analizzare alcuni dei progetti che circolano per giungere a queste conclusioni.
EliminaLaura C.
Non sono del campo e non conosco le problematiche, ma mi sembra che la tua analisi sia condivisibile, sia per quanto riguarda la nascita delle leggende che per il resto (che, alla luce di quanto ad esempio accaduto in Spagna, è quello che ci interessa di più).
EliminaLa leggenda delle trivellazioni abusive vicino a Rivara come causa del terremoto dell'Emilia ha un'origine estremamente precisa e localizzata. Il luogo d'origine è alle coordinate WGS84 44° 51' 9.79" N 11° 14' 9.61" E (o comunque vicino alle vasche di decantazione vecchie e nuove dell'ex-zuccherificio di Massa Finalese). Qui, come riportato dalla Gazzetta di Modena in un articolo del 27 maggio 2012 (dopo la prima botta ma prima della seconda), "nel cantiere dove Coprob stava costruendo la centrale a biomasse presso l’ex zuccherificio, è stata scovata una lunga trivella, annerita," in un cantiere che è stato smobilitato lunedì 21 maggio, il giorno dopo l'evento del 20 maggio 2012. L'articolo di giornale riporta anche una foto a colori della trivella, che risulta annerita nella parte trivellante. Come riportato dall'articolo, «Il cantiere è aperto, si tratta delle perforazioni per le colonne di cemento, il macchinario si annerisce durante le escavazioni», ha garantito il tecnico della ditta che ha il subappalto. Nei mesi seguenti al terremoto si trovava su YouTube un video realizzato da gente del posto, ripreso da una vettura in movimento, evidentemente la stessa domenica 20 maggio, che faceva vedere la trivella annerita.
EliminaL'annerimento della trivella è alla base di tutta la bufala. L'annerimento era evidentissimo, ma come faceva la gente del posto a sapere che quando si trivella con macchinario da trivellazioni geognostiche una vecchia vasca di decantazione piena di fanghi neri la parte trivellante diventa nera? Ha pienamente ragione il tecnico della ditta di appalto: il macchinario si annerisce durante le escavazioni. Non sapendo questo fatto, si è scatenata la fantasia popolare. Cosa fa annerire un macchinario? ovviamente un incendio! cosa è necessario per un incendio? ovviamente del materiale incendiabile, molto materiale incendiabile! qual'è un possibile candidato? ovviamente l'odiato gas, proveniente ovviamente dalla caverna scavata nel sottosuolo con il coperchio di granito incrinato con le crepe e le setole descritte da un anziano geologo locale contrario al progetto di stoccaggio del gas. Ma siamo sicuri che c'è stato l'incendio, e che è uscito il gas? Ovviamente sì, dicevano i locali, non vedete la trivella annerita? e via ad inventare storie di aver visto la notte del terremoto "bagliori", "incendi" e chissà quali altre invenzioni di fantasia. Vorrei proprio vedere i verbali delle (false) testimonianze rese ai pubblici ufficiali. Sulla "matematica certezza" che ci sia stata trivellazione ed incendio da gas, è stata costruita tutta la montagna di illazioni, credenze, stupidaggini e paure che hanno creato la bufala del fracking e dello stoccaggio di gas che provoca o anticipa/scatena forti terremoti. Non importa che per fare una trivellazione a 2500 metri ci vogliano mesi di preparazione della piazzola di sonda e mesi di perforazione, impossibili da nascondere! Che l'odiato deposito di gas provoca forti terremoti del resto lo aveva scritto chiaramente la Regione Emilia Romagna il 27 aprile 2012 (prima del terremoto) e anche il prof. Mucciarelli!
Vorrei aggiungere, parafrasando il Prof. Mucciarelli, che il terremoto non si è assolutamente sbagliato a venire. Tutt'al più è venuto con un secolo in ritardo o giù di lì, come scritto nella documentazione stessa del progetto. Quello che non è dimostrato è che sia stato un deposito di gas mai costruito a farlo venire. Anzi, se c'è una certezza al mondo, è che il deposito di Rivara NON ha provocato il terremoto dell'Emilia del 2012, non essendo non solo stato costruito, ma neanche iniziato a costruire.
EliminaQuello che resta da dimostrare, semmai, è che il deposito di Rivara, una volta costruito e in funzione sulla verticale della struttura attiva di Mirandola, possa minimamente provocare, anticipare o scatenare un terremoto come quello avvenuto naturalmente in zona. I dati acquisiti fin'ora indicano l'impossibilità geomeccanica di tale accadimento, anche se occorrerebbero misure geomeccaniche più precise e specifiche da fare in sito nel sottosuolo per avere maggiore precisione.
La seconda cosa da dimostrare è che, se accadesse un terremoto forte come quello del 2012 con il deposito costruito e in funzione, il deposito non ne sarebbe danneggiato, ma questo è già più facile da dimostrare, stante il fatto che gli stoccaggi in funzione al momento del sisma non hanno riportato alcun danno ne registrato alcuna alterazione nel sottosuolo, nemmeno un'impennata della pressione di giacimento, nulla di nulla.
Ecco: mi dovete dar atto che anch'io riesco a fare previsioni! :-D
Elimina"gli stoccaggi in funzione al momento del sisma non hanno riportato alcun danno ne registrato alcuna alterazione nel sottosuolo, nemmeno un'impennata della pressione di giacimento".
EliminaDove si possono reperire questi dati?
"Quello che resta da dimostrare, semmai, è che il deposito di Rivara, una volta costruito e in funzione sulla verticale della struttura attiva di Mirandola, possa minimamente provocare, anticipare o scatenare un terremoto come quello avvenuto naturalmente in zona."
EliminaCi sarebbe un modo molto convincente da parte dei proponenti lo stoccaggio per convincere chiunque di questa tesi e soprattutto le popolazioni locali: accettare la "total liability" in caso di danno come accade per la legislazione olandese.
"gli stoccaggi in funzione al momento del sisma non hanno riportato alcun danno ne registrato alcuna alterazione nel sottosuolo, nemmeno un'impennata della pressione di giacimento".
EliminaQuesti dati si possono reperire alla pagina http://www.ambienteterritorio.coldiretti.it/tematiche/Ogm/Documents/res24072012b.pdf , prime 16 righe del lungo documento. La conferma grafica che la pressione di giacimento non ha avuto alcuna impennata, niente di niente, durante il terremoto dell'Emilia del 2012 si trova nella documentazione sottoposta da STOGIT alla Commissione VIA per la valutazione di impatto ambientale relativa all'aumento della pressione di stoccaggio oltre il 100% della pressione originale di giacimento (in principio, la stessa condizione di Rivara) a Minerbio, alla pagina 12 del documento "Concessione Minerbio Stoccaggio - NOTA SULLA SISMICITA’ DELL’AREA", che si trova alla pagina http://www.va.minambiente.it/Ricerca/DettaglioProgetto.aspx?ID_Progetto=1167 , cercare sotto Quadro di Riferimento Ambientale (la nota, datata settembre 2012, codice elaborato 00-BG-E-94769-023, è un file pdf di 3164KB). I dati sono ulteriormente confermati dalla pagina 11, ultime 8 righe, del documento "Concessione Alfonsine Stoccaggio - NOTA SULLA SISMICITA’ DELL’AREA", datato maggio 2013, similmente reperibile tra la documentazione per la Valutazione di Impatto Ambientale relativa al sito di stoccaggio di Alfonsine. Analogo grafico per il sito di stoccaggio gas di Tresigallo, ancora più vicino alla zona epicentrale del sisma del 20 maggio 2012, mostrante nessuna variazione della pressione di giacimento durante il terremoto, si trova alla pagina 12 del documento "Progetto Alfonsine - Relazione di inquadramento dei rischi connessi al giacimento di gas naturale", datato Maggio 2013, allegato al Rapporto Preliminare di Sicurezza (procedura NOF), reperibile sempre sul sito VIA del MATTM.
Se i misuratori di pressione di fondo non hanno misurato nulla, dirà Mulargia, si saranno sbagliati i misuratori, non il terremoto.
La "conferma grafica" non è presente nel rapporto Stogit su MInerbio, ma nello stesso rapporto a pag.133 compare una affermazione interessante "i dati acquisiti durante il periodo della crisi sismica emiliana del maggio 2012 mostrano come l’energia generata abbia interessato il giacimento di Minerbio, ma sia stata attenuata/assorbita grazie all’elasticità e consistenza della argille di copertura e basali nonché dal gas contenuto nel giacimento; di conseguenza non si è avuto alcun effetto
Eliminasulla integrità del giacimento stesso e sulla copertura, come dimostrano i parametri di
pressione registrati nel periodo, il cui trend è rimasto invariato". Quindi non sembra vero che i misuratori non abbiano misurato nulla, altrimenti non si capisce cosa voglia dire "i dati acquisiti ...mostrano come l’energia generata abbia interessato il giacimento". Quali sarebbero allora i dati che mostrano questo "interessamento" da parte dell'energia del terremoto? SI dice una cosa diversa, che il giacimento era vuoto ed il poco gas presente a maggio ha potuto liberamente comprimersi (assorbita grazie all’elasticità ... dal gas contenuto nel giacimento), e che nel lungo periodo non si sono rilevate perdite dell'integrità del giacimento. E perche avrebbe dovuto danneggiarsi un giacimento fuori dall'area di deformazione permanente associata al movimento del piano di faglia e con accelerazioni che a quella distanza erano di pochi centesimi dell'accelerazione di gravità? Non si è affatto dimostrato che un giacimento pieno al 110% della pressione di scoperta a soli 500 metri dalla terminazione della faglia avrebbe sopportato indenne la deformazione consistente. Ripeto, non stiamo parlando dell'effetto dinamico transiente ma della deformazione permanente. Giova ricordare che la prima si attenua proporzionalmente all'inverso della distanza, ma la seconda è inversamente proporzionale al quadrato della distanza. Forse lo pseudoAldrovandi potrebbe scaricarsi il più noto programma pubblico per il calcolo della deformazione permanete associata al piano di faglia (il codice di Okada) e calcolarsi quanto è stata la deformazione nel proposto stoccaggio di Rivara e confrontarla con quella a Minerbio.
Vien da chiedersi se le pompe geotermiche, che funzionano per altri scopi e con ordini di grandezza diversi, soffrano di problematiche simili o di problematiche quali la subsidenza. Estrarre fluidi ad una T reimettendone ad una più bassa o più elevata per fini di condizionamento di edifici civili, nell'ipotesi di creazione di un bacino profondo con data inerzia termica che permetta risparmio sul riscaldamento o raffrescamento di un edificio.
RispondiEliminaIntervengo per confutare radicalmente la conclusione 3) che chiude il post. Non è vero che per lo stoccaggio gas la soluzione migliore sono i giacimenti esauriti di gas. In particolare per gli acquiferi, ma anche per i giacimenti di petrolio (che però hanno tutta una serie di caratteristiche negative per lo stoccaggio di metano che nulla hanno da spartire con la sismicità) le garanzie sufficienti possono essere date facendo apposite misure nel sottosuolo e apprestando sistemi di monitoraggio delle variabili rilevanti, inclusa ovviamente la sismicità. Vorrei proprio sapere come fa Mucciarelli ad affermare così categoricamente che per questi tipi di strutture non esiste una pressione di riferimento al momento della scoperta, e che pertanto non è possibile capire quale sia il limite di pressione da non superare nello stoccaggio! Ovviamente la pressione di riferimento esiste, se come a Rivara i pozzi che hanno penetrato la struttura candidata allo stoccaggio hanno avuto prove di strato, cioè misure della pressione dei fluidi di formazione (acqua salata, o nel caso di giacimenti di petrolio, petrolio). Per capire quale sia il limite di pressione da non superare nello stoccaggio basta applicare le regole UNI, disponibili sia per giacimenti semi-esauriti che per gli acquiferi che non hanno mai contenuto gas o petrolio (disponibile anche in italiano: "Sistemi di trasporto e distribuzione di gas - Stoccaggio di gas nel sottosuolo - Raccomandazioni funzionali per lo stoccaggio in falde acquifere", UNI EN 1918-1, Febbraio 2002).
RispondiEliminaUn esempio dell'applicazione delle regole UNI si trova anche nella documentazione del progetto Rivara, nelle parti che Mucciarelli (per sua esplicita ammissione) evidentemente non ha letto prima di dare la sua opinione negativa sul progetto. Vedasi il capitolo 5.4 (pagine da 80 a 87) del rapporto "STUDIO MULTIDISCIPLINARE DEL SOTTOSUOLO DELL’AREA DI RIVARA", codice elaborato ERS_04_0_00_R_SUO_01_00, datato Giugno 2009. La rispondenza del progetto di Rivara alle suddette norme UNI è poi esplicitamente descritta nel documento "Relazione sulla Rispondenza alle Norme UNI EN 1918-1 del quadro di riferimento progettuale sulle caratteristiche geologiche e tecniche del sottosuolo", datato luglio 2009, codice elaborato ERS_04_0_00_R_UNI_01_00.
Il concetto di confutazione radicale dovrebbe essere diverso. Qui si dice che gli stoccaggi migliori sono i giacimenti di gas esauriti, e che come ripiego per i giacimenti di petrolio e gli acquiferi "garanzie sufficienti possono essere date facendo apposite misure nel sottosuolo e apprestando sistemi di monitoraggio delle variabili rilevanti". Ora, dato che l'Italia abbonda di giacimenti a gas esauriti per una capacità ben superiore alle necessita di stoccaggio, perchè non sfruttare prima quelli anzichè complicarsi la vita, oltretutto con costi aggiuntivi?. Caro Aldrovandi Minor, mi sa che lei aveva parecchie azioni della Independent Resources, forse le azioni ENI erano un investimento migliore. Quanto al documento Rivara, quelle parti sono state smontate dai due ingegneri minerari, io a differenza dello pseudoAldrovandi faccio solo il mio mestiere e quindi non le ho lette perchè lo hanno fatto persone più competerenti di me (e temo anche di lei).
Elimina