"Mi sono successivamente imbattuto navigando in questo articolo ... in cui il giornalista chiude così:
Infine Mucciarelli evidenzia, che la «legge di Gutenberg-Richter» stabilisce che il logaritmo del numero dei terremoti decresce linearmente al crescere della magnitudo, nel caso della sequenza del Matese, nelle prime ore le registrazioni si distribuiscono con un coefficiente significativamente più piccolo dell'unità, che potrebbe indicare il verificarsi di scosse più forti.
Mi chiedo se la sintesi finale del giornalista fosse anche la sua sintesi ...
... può essere più "preciso" sull'anomalia del terremoto in merito al punto 3) e nello specifico sui tre strati di profondità che è andato a coinvolgere il terremoto nonostante fosse solo di magnitudo 5."
E' bene chiarire che la Legge di Gutenberg-Richter (Log (N)=a-bM) non ha un valore predittivo nel tempo. Non possiamo dire sulla base di un valore misurato oggi se ci sarà un terremoto domani o fra 10 anni. Quello che possiamo avere è una informazione sullo stato di stress o di fratturazione di una porzione della crosta terrestre. Valori inferiori all'unità del coeffciente b indicano una tendenza ad uno stato di fratturazione non molto elevato che permette quindi di ospitare all'interno di quel volume faglie abbastanza lunghe per dare terremoti forti. Quando b è molto grande (come accade per esempio nelle aree vulcaniche) significa che ci sono più terremoti piccoli perchè il mezzo è così fratturato da non poter ospitare faglie abbastanza lunghe per dare forti terremoti.
Per chiarire quanto deve essere lunga una faglia per dare un terremoto forte, riporto qui sotto una tabella tratta da Papazachos et al. (2004) che riassume le relazioni tra magnitudo del terremoto e lunghezza alla superficie e spessore in profondità della faglia responsabile:
Magnitudo | Spessore (km) | Lunghezza (km) | ||
5.0 | 5 | 4 | ||
5.5 | 7 | 8 | ||
6.0 | 10 | 14 | ||
6.5 | 13 | 25 | ||
7.0 | 18 | 44 | ||
7.5 | 25 | 78 | ||
8.0 | 35 | 138 |
La figura qui sotto riporta il confronto tra Matese, Pollino, Gubbio e le scosse all'Aquila prima del 5.9 del 06.04.09.
Si può vedere come le sequenze di Gubbio (al momento Mmax=4.0) e del Pollino (Mmax=5) si esauriscano tra i 5 ed i 10 km di profondità. La sequenza dei foreshock dell'Aquila è leggermente più profonda, mentre il Matese è sicuramente quella che interessa uno spessore maggiore della crosta. Tra il 10 ed il 90% degli eventi sono confinati tra 9 e 23 km, ovvero per 14 km di spessore. La faglia del Matese, come tutte le faglie distensive dell'Appennino non è verticale, e quindi lo spessore lungo la faglia è maggiore di quello in verticale, a seconda dell'angolo. Questo valore si situa comunque nelle tabella precedente tra 6.5 e 7.0, confermando quindi quanto ipotizzato nel data base DiSS dell'INGV per le due faglie sismogeniche note nei paraggi, la faglia di Bojano e quella del Tammaro, con una magnitudo associata di 6.6.
In conclusione, questa sequenza è una conferma del fatto che il Matese è una zona molto pericolosa, in grado di dare forti terremoti, anche di magnituo maggiore di 6.5. Non è possibile stabilire quando questo accadrà, ma nel frattempo andrebbero poste in essere tutte le contromisure necessarie a ridurre l'impatto del terremoto, a iniziare dall'adozione dei piani comunali di emergenza. Va ricordato che sul sito dedicato della Protezione Civile risulta che in Campania solo il 39% dei comuni ne è dotato. I cittadini dovrebbero poi interrogarsi se la loro casa sia stata costruita secondo le norme sismiche vigenti all'epoca dell'edificazione e quindi recarsi in comune per conoscere lo stato degli studi di microzonazione, previsti dalla OPCM 3274/2010 e successive.
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Prof quindi il valore del coefficiente b dipende dall'entità delle faglie e da una prima distribuzione dei valori delle scosse verificatesi? Dove è possibile ottenere informazioni(se è possibile) sullo stato di fratturazione di uno specifico territorio?
RispondiEliminaad esempio qui:
RispondiEliminahttp://www.earthquake.ethz.ch/docs/papers/schorlemmer2003.pdf
http://alomax.free.fr/articles/space_time_vesuvius.pdf
ftp://ftp.ingv.it/pub/salvatore.barba/RevEu/Jenny_SouthernItaly_2006.pdf
Salve Professore, per quanto riguarda le conseguenze che il terremoto ha avuto sulle attività del Vesuvio? Ce ne sono?
RispondiEliminaP.S. se provo ad iscrivermi al blog, il sito mi da errore! :( c'è un modo per risolvere la cosa? La ringrazio.
EliminaL'attività del Vesuvio non è correlata in maniera semplice ai terremoti dell'Appennino, se così fosse ci sarebbero state eruzioni dopo il terremoto dell'Irpinia nel 1980, e non si spiegherebbe perchè prima dell'ultima eruzione nel 1944 non ci furono terremoti. Inoltre penso che oltre al Vesuvio bisognerebbe preoccuparsi anche dei Campi Flegrei, che per quanto meno visibili non sono meno pericolosi in termini di attività vulcanica.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaProfessore, buongiorno. Per una magnitudo 5.0 la faglia interessata è spessa 5 km e lunga 4 km. Cosa vuol dire esattamente? Vuole dire che la rottura si estende per 5 km in verticale e per 4 km in lunghezza? Buon lavoro.
RispondiEliminaSi, esatto, almeno secondo la correlazione proposta da questi autori.
EliminaLa scossa di magnitudo 5 potrebbe essere un foreshock, magari di medio periodo, oppure è già passato (fortunatamente) troppo tempo perchè lo sia?
RispondiEliminaIl problema non è se verrà una scossa entro breve tempo. Il problema è fare qualcosa per mitigare il rischio sismico prima che questa scossa arrivi, tra 10 giorni o 10 anni. Pensare che se non viene una scossa a breve il problema del Matese è esaurito sarebbe l'errore più grosso.
EliminaProf la scossa di stamattina di M 4.2 potrebbe definirsi come "anomala"? ( "anomala" e non "inaspettata"; questo lo abbiamo imparato bene ;D )
RispondiEliminaNo, nessuna anomalia, anzi se legge il nuovo post spiego meglio perchè
EliminaSalve volevo chiederle che ne pensa dello sciame sismico in atto tra Calabria e Sicilia e se le piccole scosse che stanno interessando lo stretto e l'area tirrenica possano dar luogo a qualcosa di più forse visto i 106 anni trascorsi dall'ultimo violento sisma
RispondiEliminaVale qui la stessa risposta per tutte le altre sequenze: 98 volte su 100 le sequenze sismiche si esauriscono senza aver dato luogo a scosse distruttive, 2 volte su 100 le cose vanno purtroppo peggio,
RispondiEliminaLo Stretto non ha nulla di speciale al riguardo, e negli ultimi mesi ci sono state scosse anche più forti (magnitudo 4) che non sono state seguite da nulla di particolare.