sabato 18 maggio 2013

Cosa (ri)bolle nella Bassa?

Ho ricevuto diverse e-mail da Modena, Mantova e Ferrara circa emissioni di gas e/o fango ed altri fenomeni che destano preoccupazione nell'approssimarsi del primo anniversario del terremoto dell'Emilia. Ho chiesto lumi al dott. Giovanni Martinelli, Geochimico attivo nell'ambito del Progetto S3 coordinato dal Prof Dario Albarello sulla previsione a breve termine dei terremoti. Mi segnala che "... questi fenomeni di emissioni naturali sono frequenti in Italia. In una pubblicazione del 2012 sulle emissioni spontanee di idrocarburi in Italia, quelle gassose sono visibili in Fig.3A e 4. Un ulteriore elenco delle emissioni gassose in Italia è visibile al sito web dell'Osservatorio Vesuviano, INGV, Napoli. 
Bisogna anche considerare che molte emissioni sono andate disperse perchè autostrade, edifici di
ogni tipo le hanno coperte nel tempo storico, ed inoltre alcune emissioni possono scomparire in via definitiva o temporanea a causa dell'abbassamento della pressione dei giacimenti provocato dallo sfruttamento industriale. Occasionalmente la scomparsa o l'apparizione di emissioni gassose possono anche essere indotte dai processi di deformazione della crosta successivi agli eventi sismici ma, almeno nel territorio Italiano, accadono in prossimità o in coincidenza di luoghi già interessati da fenomeni di emissione.
Infine la letteratura scientifica è affetta da lacune nella conoscenza dei luoghi di emissione di idrocarburi anche perchè non esiste una attenzione costante e capillare sulle emissioni di idrocarburi (o anche di CO2) in tutto il territorio nazionale. Alcune aree sono oggetto di attenzione da parte di Enti di ricerca o di servizio. Altre aree sono meno studiate o monitorate".
Aggiungo da parte mia che trovo peculiare come a proporre correlazioni tra le emissioni di gas ed un terremoto di magnitudo attorno a 4 siano le stesse persone che per difendere il progetto dello stoccaggio gas a a Rivara dichiarano che non risultano emissioni gassose correlate a forti terremoti.

3 commenti:

  1. La frase incriminata si riferisce a fuoriuscite macroscopiche di metano dal serbatoio di stoccaggio in occasione di forti terremoti (effettivamente mai registrate), non a piccole manifestazioni tipo "gayser" o gorgoglii o fango puzzolente che potrebbero essere indice di una lenta inesorabile compressione prima del rilascio di energia in un forte terremoto compressivo. L'opposto in caso di forte terremoto distensivo, cioè scomparsa o diminuzione di portata di sorgenti, abbassamento di livello nei pozzi d'acqua, scomparsa o attenuazione di emissioni gassose perenni e via dicendo prima del forte evento distensivo. Per poter discernere regolarità statisticamente valide, occorre per prima cosa distinguere tra terremoti compressivi e terremoti distensivi.

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  2. O anonimo esegeta, quanti forti terremoti hanno interessato depositi di stoccaggio ad una distanza pari alle dimensioni di faglia? E' solo lì che si manifestano le deformazioni permanenti; altrove, in condizioni di campo lontano, sappiamo tutti che il moto sismico sottoterra è la metà che in superficie, ma questo non è vero per la deformazione permanente che anzi è maggiore in profondità.
    E poi, chi dice che i fenomeni non siano semplicemente POST-sismici in regione compressiva?

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  3. E se fossero semplici fontanazzi o vulcanelli di fango?

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