martedì 5 marzo 2013

Argentina, terremoti ed inflazione

Sto partendo da Mendoza dopo una settimana di lavoro con i colleghi argentini dell'Universidad National de Cuyo.
Oltre alle cose interessanti per la ricerca scientifica che stiamo portando avanti ho imparato molte cose che andrebbero spiegate a chi in Italia dice che faremmo bene a fare come l'Argentina, dichiarare default, far fallire le banche ed abbandonare l'euro per tornare ad una moneta svalutabile a piacere.
1) le banche nazionali fallite vengono sostituite da banche straniere che in un paese in crisi fanno solo da collettori di pagamenti. Nessuno deposita denaro, quindi niente credito, inclusi i mutui per comprare casa o fare ripartire una impresa in crisi.
2) poiché è vietato importare quasi tutto, la moneta locale non ha un valore reale, e negli stessi uffici di cambio autorizzati si pratica il cambio al nero. Quindi, chi può si tiene in casa ingenti quantità di valuta straniera comprata al nero, in un crescendo di paranoia contro furti e rapine tale che in una città che a me sembra tranquillissima, alcune villette sono cinte di filo spinato come neanche una base militare. Ovviamente, se si subisce il furto di capitali illegali non lo si può denunciare, e questo sicuramente incoraggia i delinquenti.
3) Nell'ottica dell'autarchia per un certo periodo oltre alle importazioni sono state proibite le esportazioni, specialmente nell'agroalimentare, con l'idea che maggiori quantità di beni ne avrebbero abbassato il prezzo sul mercato locale. Peccato che in un paese con molti poveri il pur onesto prezzo di una Bottiglia di Malbec Riserva pochi se lo possano permettere e quindi un prodotto che si sarebbe venduto benissimo sul mercato estero ha rischiato di andare in scadenza invenduto. Ancora peggio per carne, frutta e verdura: i contadini si sono organizzati per tenere fuori dal mercato le materie prime conservandole alla produzione sicuri che l'inflazione galoppante renda più conveniente vendere domani anziché oggi.
4) tutti gli indici di poca vivibilità e coesione sociale, come tasso di criminalità e consumo di droga, hanno subito  drastici aumenti.
In tutto questo le misure populistico- autarchiche hanno mandato i ricchi a mendicare per strada? No, anzi chi poteva si è organizzato da tempo comprando proprietà in Cile, Brasile ed Uruguay, mandando i figli a scuola negli Stati Uniti e perfino nella odiata Inghilterra usurpatrice delle Malvinas. Anzi, il riproporre il problema della contesa Falkland/Malvinas agli occhi della classe media sembra un modo per distrarre le classi più povere dai problemi dell'economia reale del paese. Insomma, il populismo autarchico danneggia maggiormente i poveri rispetto ai ricchi. Una volta questo lo si sarebbe definito piuttosto di destra, alla faccia della fine delle ideologie.

lunedì 25 febbraio 2013

Geyser in Emilia?

D. ... volevo sottoporle alcuni interrogativi che recentemente sono stati avanzati dalla stampa locale e che ci hanno creato confusione, dubbi e timori (io vivo vicino Ferrara)...
E' vero che la faglia di Ferrara non ha rilasciato energia, come si afferma qui: http://www.estense.com/?p=265214 ?
Ricordo anche la dichiarazione preoccupata della Commissione Grandi Rischi riguardante appunto la zona più a est, quella più vicina a Ferrara, dichiarazione che la popolazione non ha compreso bene e che è rimasta come in sospeso.
Adesso saltano fuori pure questi fenomeni naturali forse un po' inusuali in questo periodo non di piena del Po: http://www.lanazione.it/lucca/cronaca/2013/02/21/848866-ferrara_come_garfagnana_geyser_copparo_forse_spie_future_scosse.shtml
Certo, non so quanto possano dirci su quello che sta eventualmente succedendo sotto terra...
Infine, mi chiedo, se la faglia di Ferrara non si è "mossa", le piccole scosse che si sono avute vicinissimo a Ferrara, o comunque nel settore più ad est, come si inquadrano?

R.   Per rispondere a questo quesito ho raccolto informazioni da esperti che lavorano in zona e che ringrazio.
Il fenomeno osservato a Copparo difficilmente può essere attribuito ad attività premontrice di un terremoto. Per quanto esistano in Emilia fenomeni come vulcani di fango ed attività idrotermali studiati in passato come possibili precursori, questo non sembra il caso.
In Emilia-Romagna esiste una fitta rete di sensori di monitoraggio delle acque sotterranee: durante il recente terremoto si sono osservate variazioni  co- e post-sismiche ma non pre-sismiche. Il fenomeno in questione poi è fortemente localizzato (un unico punto di uscita). I sedimenti della pianura tendono a sigillare quanto accade in profondità, e dalla temperatura del fenomeno in questione si evince che si sarebbe dovuto aprire un singolo condotto diretto tra 500-1000 metri e la superficie. Data appunto la composizione degli strati intermedi prevalentemente a sedimenti sciolti con lenti argillose (impermeabili),  questo appare improbabile a meno che un condotto diretto non ci fosse già.
E' già successo in passato che si siano riaperti per usura e vetustà dei vecchi pozzi minerari chiusi perchè improduttivi.
Come si vede dalla figura seguente, la banca dati VIDEPI di UNMIG riporta numerosi pozzi perforati e poi chiusi ed abbandonati tra il 1920 ed il 1960, tra cui il Pozzo Copparo 1 perforato nel 1942 che riporta attorno ai 400 m la presenza di acqua salata con tracce di gas. Ci sono anche altri pozzi non riportati nella banca dati del ministero, e potrebbe essere stata una di queste perfoarazioni abbandonate a fornire la via di fuga ad acqua e gas verso la superficie.




domenica 17 febbraio 2013

Gli sciami sismici di Sora

Ieri notte un terremoto di magnitudo 4.8 ha colpito la zona di Sora. Quest'area è interessata negli ultimi anni da una serie di sequenze sismiche. La principale, prima della scossa di ieri, si era avuta con uno sciame molto produttivo nella seconda parte del 2009, la cui scossa principale era stata di magnitudo 4.1.
Il confronto tra la sequenza iniziata ieri e quella del 2009 è molto istruttivo per capire perchè si dice sempre che prevedere i terremoti è praticamente impossibile.
Se si guarda la mappa delle due sequenze, quella del 2009 (ellisse blu) ha prodotto molti eventi vicini tra loro, ma la scossa principale (stella gialla) sembra essere separata da almeno una decina di chilometri dal nucleo principale dello sciame. La sequenza iniziata ieri interessa una zona non particolarmente produttiva nel 2009 (ellisse rossa), ma con vicinanza tra la scossa principale e quelle minori. Si notano anche altri due nuclei di attività pregressa, a Nord-Est e Sud-Ovest.



Se invece si osserva l'andamento delle scosse nel tempo, si osserva un andamento opposto: la sequenza del 2009 ha prodotto scosse di magnitudo prossima alla principale, che coprono tutto l'intervallo tra magnitudo 3.7 e 1.5.
Da ieri invece si nota una mancanza di scosse di magnitiudo intermedia, con la scossa di assestamento finora più forte di magnitudo 2.2. Sarebbe un caso veramente singolare se permanesse una differenza di 2.6 punti di magnitudo tra la scossa principale e l'aftershock più grande.

Per i fautori della fuga dopo eventuali scosse di "avvertimento", si nota come il 4.8 sia capitato in un periodo di minima attività, con scosse di magnitudo superiori a 2 assenti da molti mesi. Senza alcun preavviso, quindi.

Infine, una immagine del sismogramma registrato alla stazione sismica MATE, dove oltre al terremoto di Sora se ne vedono due poco dopo di magnitudo identica, uno nelle Isole Ionie ed uno in Grecia meridionale.






martedì 12 febbraio 2013

Sequenza sismica di Claut (PN)

Dalla giornata di domenica scorsa si è attivata una sequenza sismica nelle Dolomiti Friulane, a circa 5 km a Nord-Est di Claut (PN). Questa sera si è verificato l'evento fino ad ora più forte, con una magnitudo di 3.8.
Questa zona è stata interessata da una sequenza nel 1996 che produsse un terremoto di magnitudo M=4.0 ed uno con M=4.3.
La tabella qui sotto riporta la lista completa degli eventi localizzati in questi ultimi giorni dal Centro di Ricerche Sismologiche dell'OGS:

La localizzazione degli terremoti è riportata nella mappa qui sotto. Gli eventi in giallo sono quelli dei giorni scorsi, quelli in rosso di oggi. La sequenza interessa una zona montuosa scarsamente popolata.


La figura successiva riporta la registrazione in continuo della stazione CIMO dell'OGS. Si intravedono alcuni eventi microsismici non registrati da un numero sufficente di stazioni per consentirne la localizzazione.









lunedì 11 febbraio 2013

Dimissioni del Papa e terremoti

Cosa hanno in comune le dimissioni del Papa con i terremoti?
Qualcuno penserà che già ci attendono nel 2013 due luminose comete, ora le dimissioni del Papa sono un nuovo presagio di sventura, quindi quale catastrofe più emblematica del terremoto potrebbe incombere sull'umanità?
In realtà le dimissioni dei papi ed i terremoti hanno un fattore comune sorprendente.
Dunque, 5 papi si erano dimessi prima di oggi :



Si può elaborare una interessante statistica sui tempi intercorsi tra due dimissioni.
Se calcoliamo la media otteniamo 383 anni, mentre la deviazione standard, ovvero la dispersione intorno alla media, è uguale a 387 anni. I due numeri sono quasi uguali e questo suggerisce una cosa veramente singolare. Se dividiamo il secondo per il primo otteniamo un coefficiente detto aperiodicità. Quando la deviazione è piccola perché quasi tutti gli intervalli sono uguali tra di loro e quindi alla amedia, l'aperiodicità tende a 0. Quando ci sono molti eventi ravvicinati separati da intervalli molto lunghi si ottiene un valore di aperiodicità maggiore di 1, sintomo di un comportamento a cluster (raggruppamento). L'aperiodicità delle dimissioni papali è 1.01, ovvero praticamente uguale a 1. Questo numero magico è caratteristico della più casuale delle distribuzioni per gli eventi rari, la distribuzione di Poisson, che è anche quella che seguono i terremoti.
Nemmeno l'evento che più dovrebbe essere vicino al divino, la decisione del vicario di Cristo in Terra, può sfuggire alla regola del caso?

mercoledì 6 febbraio 2013

Terremoto a Lauria

La notte scorsa un terremoto di magnitudo 3.1 ha avuto epicentro in prossimità di Lauria. La zona attorno a Monte Alpi era stata interessata da uno sciame tra il 2004 ed il 2005, ed anche nella simicità degli ultimi 8 anni, riportata nella figura qui sotto, si nota come in zona vi siano numerosi eventi, indipendenti e precedenti la sequenza del Pollino più a Sud. Tra gli altri si segnalano un 3.2 il 25 marzo 2010 ed un 3.7 il 9 novembre 2010.


Nella registrazione della stazione sismica a lungo periodo MATE, presso l'ASI di Matera, si vede la scossa di Lauria indicata dalla freccia nera, poco prima del grande terremoto di magnitudo 8 che ha colpito le isole Salomone, e la cui traccia (compresa tra le due frecce grigio chiaro) dura quasi tre ore.




martedì 5 febbraio 2013

Conviene scappare da un terremoto?

In questi giorni si sente ripetere spesso che non c'è nulla di più salvifico durante un terremoto che lasciare le case e rifugiarsi all'aperto, mentre chi parla di sicurezza degi edifici compie "un mero esercizio di stile" (cfr. sentenza CGR/L'Aquila) o si sente dire che "è inutile sognare e fare aria fritta sulla friabile edilizia italiana".
Chi ripete questo mantra temo non abbia visto gli effetti veri di un terremoto, e si è fatto convincere che tutte le vittime si abbiano solo e soltanto all'interno di edifici crollati. Basterebbe quindi prevedere il terremoto (come no, facilissimo) e dire a tutti di uscire di casa.
Peccato che prima di crollare un edificio possa subire distacchi parziali di tamponature, cornicioni, tegole, comignoli ed altre parti che cadono da grande altezza. Basta essere colpiti da solo uno di questi detriti per rischiare seriamente di morire.
Nel 2011 la città di Lorca in Spagna è stata colpita da un terremoto di magnitudo 5.1, preceduto un'ora e mezza prima da un 4.5. Dopo la prima scossa le persone sono uscite all'aperto, e sono state sorprese dalla seconda scossa mentre erano in strada. Le foto seguenti sono prese dal sito di El Pais e fanno tragicamente vedere cosa è successo a 7 delle 8 vittime del terremoto di Lorca: uccise da detriti di parti non strutturali degli edifici rimasti in piedi. Se fossero rimaste all'interno si sarebbero salvate.
In questo caso il terremoto si è "previsto" da solo, annunciandosi con un forte foreshock, le persone sono uscite di casa come vorrebbero coloro che ritengono gli investimenti in sicurezza antisismica inutili o addirittura impossibili, eppure sono morte.



Il numero di vittime che si trovavano all'aperto o stavano uscendo da edifici è alto anche per altri terremoti: a Christchurch nel febbraio 2011 circa un quarto delle vittime sono state causate da crolli parziali. Io stesso ho parlato con un sopravvissuto che ha visto un suo collega precederlo verso l'uscita di un fabbricato in mattoni e rimanere schiacciato dal crollo della facciata, mentre lui è rimasto all'interno ed ha riportato solo una frattura ad un braccio.
Purtroppo, se un edificio è destinato a crollare, difficilmente ci si può portare in salvo scappando. La fase di forte moto del suolo che causa i maggiori danni per un tipico terremoto italiano dura da 5 a 10 secondi. Se si avverte il moto dall'inizio si possono avere a disposizione altri 5 secondi. In 15 secondi, se ci si trova all'interno di un edificio anche ad un piano basso difficilmente si riesce a portarsi all'aperto in un luogo sicuro, lontano da tutti i possibili crolli, considerando anche le difficoltà di deambulazione che un terremoto può causare.
A tutti coloro che pensano che vorrebbero essere avvisati per uscire dalle proprie case prima di un terremoto pongo la seguente domanda: se vi dicono che domani cadranno 2 metri di neve, cosa fate? decidete di uscire ed aspettare all'aperto gli effetti della nevicata? La risposta è ovviamente no, perchè vi sentite più sicuri e protetti in casa. Ma cosa sapete di quanto è sicuro il tetto rispetto al peso della neve che cadrà? Probabilmente nulla, ed ignorate che il carico da neve viene tenuto in conto dal progettista secondo tabelle che riportano una macrozonazione del territorio italiano, la quota dell'edificio ed il tempo di ritorno degli eventi nevosi estremi. Insomma, proprio come per il carico da sisma. Ma allora, se ci fidiamo di chi ha progettato e costruito il tetto  per resistere alla neve, perchè non ci dobbiamo fidare di chi progetta gli edifici per resistere al terremoto?
Certo, ogni tanto qualche tetto cede per la neve così come le case possono non resistere al terremoto, ma non sarebbe meglio investire in sicurezza per le case più vulnerabili anzichè pensare che scappare sia la soluzione migliore? E se non si investe per rendere sicure scuole, ospedali e luoghi di lavoro, cosa aspetterebbe le persone dell'area colpita dopo che il terremoto avrà danneggiato tutte quelle strutture? Assenza di servizi essenziali, disoccupazione, stress post traumatico,  abitazioni provvisorie: tutto questo non può essere evitato dalla previsione.
Insisto che per me tutti i cittadini hanno diritto di vivere in case sicure, avere scuole ed ospedali disponibili ed efficienti, luoghi di lavoro aperti e produttivi, e non ambire invece ad essere profughi sopravissuti grazie ad una improbabile previsione.



lunedì 28 gennaio 2013

Buone notizie per il Pollino?

Come già detto in un post precedente, fino al terremoto di magnitudo 5 dello scorso Ottobre la sequenza del Pollino aveva due caratteristiche:
1) dimezzamento dei tempi tra due parossismi della sequenza dopo ogni nuovo massimo
2) superamento della soglia di attività precedente ad ogni nuovo massimo e mancato rientro nei valori precedenti.
Da pochi giorni dopo la scossa di Ottobre si è visto che la dinamica del dimezzamento dei tempi non funziona più. E cosa succede al tasso di attività? Le persone in questi giorni non stanno più percependo scosse, ma è bene andare a vedere cosa succede per le scosse strumentali, di magnitudo almeno 1.5.

Il grafico blu che indica il numero medio di scosse in 24 ore è finalmente sceso al di sotto del livello di attività minimo di prima della scossa di Ottobre. Si sta avvicinando alla linea arancione, che denota il livello di attività di fine luglio 2102. C'è ancora strada da fare per tornare ai livelli di Aprile 2012 o ancora a quelli di inizio Ottobre 2011. Se continuerà così nelle prossime settimane si potrà finalmente dire che la sequenza si sta esaurendo.

domenica 27 gennaio 2013

Il terremoto in Garfagnana

Un'amica di Porretta Terme, preoccupata per la scossa di venerdi mi chiede lumi sulla sismicità del lato sud dell'Appennino Tosco-Emiliano. Rispondo volentieri dopo aver raccolto un po' di dati che spero chiariscano la situazione.
Qui sotto troviamo una figura apparentemente complicata che però contiene tutto quello che ci serve per la spiegazione.

La stellina gialla è l'epicentro, i pallini gialli sono tutte le scosse successive della sequenza registrate fino a questa sera. I due rettangoli arancioni sono le due faglie presenti nel data base dell'INGV. La faglià più a nord è quella responsabile del grande terremoto della Garfagnana nel 1920. La seconda non ha terremoti storicamente noti (ci torneremo dopo). Il cerchio a spicchi centrato sull'epicentro è il meccanismo focale, ovvero il modello della faglia e degli sforzi responsabili di questa sequenza. Questo lo ha ricavato l'INGV e come si vede è uguale a quello calcolato dall'OGS, quello in alto a destra. Siamo quindi sicuri che questo modello è attendibile, ma cosa significa? I due archi che tagliano il cerchio sono i due possibili piani di faglia, mentre la forma ci indica che il terremoto è avvenuto su di una faglia trascorrente. Il modello di meccanismo focale non riesce a distinguere quale delle due faglie tra loro perpendicolari sia la responsabile del terremoto, ma l'allungamento in direzione nordest-sudovest degli epicentri delle scosse di assestamento ci indica chiaramente che quella è la faglia che si è mossa. E adesso che sappiamo che il terremoto è avvenuto su di una faglia trascorrente NE-SW cosa possiamo dire di più? Questo terremoto conferma le teorie più accreditate su come avvengano i terremoti in Appennino: ci sono grandi faglie i cui lembi scorrono uno sotto l'altro, il cui asse maggiore è parallelo alla direzione degli Appennini e sulle quali avvengono i grandi terremoti; poi ci sono altre faglie più piccole, perpendicolari alle precendenti i cui lembi scorrono uno a fianco all'altro per accomodare i movimenti tra le due faglie maggiori. Riassumendo, questo terremoto ci dice che è sensato pensare che a fianco della grande faglia a nord-ovest che ha dato il terremoto del 1920 ce ne sia un'altra di cui non conosciamo ancora terremoti storicamente noti. Sono due pezzi di un domino vincolati da una cerniera che ora si è mossa. Dato che un pezzo si è gia mosso "poco" tempo fa (90 anni sono niente per la geologia) è ragionevole pensare che prima o poi si muoverà anche l'altro. Potrebbero passare altri 90 anni, ma anche molti di più o (purtroppo per noi) molti di meno. Andando a vedere i cataloghi storici troviamo verso la fine del XI secolo due terremoti che hanno danneggiamenti noti in un solo punto, rispettivamente Pistoia e Pisa. Uno di questi due potrebbe essere stato il forte terremoto che manca all'appello e le cui informazioni dalla zona epicentrale non ci sono mai pervenute e che ha lasciato tracce storiche solo in una città.
Infine, la posizione della faglia a sud potrebbe essere in realtà più spostata verso il crinale appenninico, almeno a giudicare da dove sono posizionati gli epicentri che dovrebbero stare vicini al suo fianco ovest. Questa non è una buona notizia per gli amici che stanno sul versante emiliano, dato che la sorgente potrebbe essere più vicina di quanto finora ipotizzato.

martedì 22 gennaio 2013

Ancora su sentenza CGR-L'Aquila

Per discutere compiutamente sulla sentenza CGR-L'Aquila ci vorrebbe un super esperto con due lauree, una in geofisica ed una in giurisprudenza.
Io ero convinto che la responsabilità penale fosse individuale, ma questa sentenza sembra dovermi convincere che ci sono dei concorsi di colpa per cui uno diventa responsabile assieme a un gruppo in cui è "psicologicamente" coinvolto.
Avendo solo una delle due lauree, commento prima quello che penso di sapere e poi quello che so di non sapere, ma che mi sembra il punto focale nel dibattito su "l'asservimento della scienza".
1) Nella sentenza, la lunga disquisizione sugli effetti del terremoto manca di un aspetto fondamentale: la variabilità locale degli effetti del terremoto. Il giudice si informa tramite esperti su accelerazioni di picco ed altri parametri del moto del suolo e conclude che visto che gli edifici crollati sono una piccola percentuale, il terremoto non ha avuto niente di anomalo. Vero solo in parte, se guardiamo a dove sono crollati gli edifici. Molte delle vittime i cui familiari erano parte civile nel processo erano residenti ad Onna. Chiunque abbia lavorato sulla zona colpita dal sisma del 2009 sa benissimo che Onna è un caso emblematico di localizzazione degli effetti: in un km di distanza si passa dal VI grado di intensità a Monticchio al IX grado di Onna. Onna è stato uno dei centri più studiati durante la fase di microzonazione per la ricostruzione, e gli effetti di amplificazione di sito sono stati molto evidenti in quella ed altre località. Tra i molti articoli pubblicati al riguardo ne segnalo due liberamente scaricabili: Boncio et alii e Gallipoli et alii.
2) Il giudice tiene a precisare che non usa il senno di poi e non esamina gli imputati sapendo che c'è stato un terremoto che al momento della riunione della CGR non si sapeva se sarebbe avvenuto. Però c'è un fantasma che si agita ed è la famosa scossa "premonitrice" della notte prima. Quella scossa di magnitudo superiore a 3 che allarma la popolazione potrebbe benissimo non esserci stata, non è quella a determinare l'occorrenza del terremoto. Ma nel momento in cui avviene nessuno avrebbe potuto dire che da lì a qualche ora sarebbe arrivata la scossa principale (ad esempio, c'era stata un'altra scossa di magnitudo 3 due giorni prima, menzionata anche nella sentenza). Il fatto che le persone siano rimaste in casa dopo quella scossa perchè rassicurate è il filo conduttore del processo. Ma se quella scossa non ci fosse stata le persone sarebbero rimaste in casa comunque e l'intero processo non si sarebbe tenuto? La disinformazione di cui sono accusati gli esperti diventa tale solo se c'è una scossa premonitrice (che diventa tale con il senno di poi)? Sono per me alcuni misteri della azione penale, che hanno il loro simmetrico nelle indagini che non si sono svolte per le case crollate senza fare vittime (gli esempi più noti a San Gregorio e la scuola di Goriano Sicoli). Alla magistratura sembra non interessare se ci sono stati degli illeciti nella progettazione e realizzazione a meno che non ci siano state vittime. Vedremo più avanti che in effetti al giudice non interessa se le case sono costruite male.
3) Il giudice impiega decine di pagine arrampicandosi su singole parole per trovare una rassicurazione che non è così evidente dal verbale della CGR. Alcuni esperti (e qui torniamo alle responsabilità dei singoli) esprimono a verbale la loro preoccupazione e non rassicurano affatto. La storia dello scarico di energia come evento favorevole non sta scritta da nessuna parte nel verbale dlla CGR. La preoccupante innovazione della sentenza è l'obbligo di apparire in televisione. Al responsabile del Centro Nazionale Terremoti non viene chiesto di fare il suo lavoro, raccogliere dati, presentarli ad una commissione, mettere dichiarazioni a verbale e tornare a fare il suo lavoro. No, avrebbe dovuto fare la rassegna stampa di giornali e radio e, anziché leggere sismogrammi, passare il tempo a chiedere di apparire in TV a smentire il vice capo della Protezione Civile a cui per legge spetta l'obbligo della comunicazione. Se la comunicazione non riporta fedelmente quanto messo a verbale, il giudice non dovrebbe farne un caso di responsabilità personale? A me sembra più preordinata la sentenza che non la riunione. Ma come, il Pubblico Ministero ha sul banco degli imputati Bertolaso e chiedendogli della famosa intercettazione telefonica spende tempo a disquisire su "operazione mediatica in che senso" e non gli chiede con chi fosse d'accordo?  Bertolaso nell'intercettazione fa tre nomi su sette, e nessuno gli chiede "scusi, giusto prima di condannarli per omicidio, lei era veramente d'accordo con quei tre? E nel caso di risposta affermativa, lei era d'accordo anche con gli altri quattro?". Anche perché leggendo il verbale con il senno di poi si scopre che sarà un caso, ma i meno preoccupati sembrano proprio i tre dell'intercettazione, mentre quelli che fanno dichiarazioni più preoccupate sono gli altri quattro. Tra assolvere tutti gli imputati o condannarli tutti ci sarebbe anche la possibilità di condannare gli eventuali colpevoli e assolvere gli innocenti, ma sembra che questo non interessi a nessuno. Sentenza esemplare o liberi tutti.

Infine riporto per chi non avrà tempo e voglia di leggersi tutta la sentenza il paragrafo secondo me più preoccupante (pagg. 296-297),  che contemporaneamente delegittima gli sforzi per il miglioramento del patrimonio edilizio e assolve preventivamente gli amministratori pubblici che non sono intevenuti sugli immobili di loro pertinenza:
"La tesi secondo la quale l’attività di riduzione del rischio sismico consiste solo nel miglioramento delle norme sismiche, negli interventi di consolidamento strutturale preventivo e nella riduzione della vulnerabilità delle struttureesistenti ... dunque, non costituisce solo oggetto di una eccezione difensiva ma rappresenta, secondo gli imputati, il prevalente, se non addirittura l’unico, strumento di mitigazione del rischio sismico. Tale tesi difensiva appare assolutamente infondata. In tema di valutazione e di mitigazione del rischio sismico, l’affermazione secondo la quale “l’unica difesa dai terremoti consiste nel rafforzare le costruzioni e migliorare le loro capacità di resistere al terremoto” appare tanto ovvia quanto inutile.
...
Tale affermazione è inutile perché fornisce una indicazione non attuabile in concreto e pressochè impraticabile. I Comuni italiani, quasi tutti caratterizzati da estesi centri storici risalenti nei secoli, richiederebbero, per rafforzare le costruzioni esistenti e migliorare la loro capacità di resistere al terremoto,risorse finanziarie talmente ingenti da risultare concretamente indisponibili.
Per quanto riguarda, più specifcamente, la città di L’Aquila, la particolarità del suo patrimonio edilizio, analiticamente descritta nel cd. Rapporto Barberi, rende evidente come non è seriamente attuabile il proposito di ridurre il rischio sismico attaverso il richiamo alla attività di “messa a norma”. Per tali motivi non appare possibile sostenere che la diffusione del cd. Rapporto Barberi possa aver determinato l’esaurimento dei compiti di analisi del rischio e di corretta e completa informazione gravanti sugli imputati alla data del 31.3.09 e che, a partire da tale diffusione, possono confgurarsi profli di responsabilità solo per gli amministratori pubblici che non hanno provveduto all’adeguamento sismico degli edifci.
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