lunedì 8 luglio 2013

Prospezioni per idrocarburi. Cui prodest?

Negli urimi tempi ricevo molti messaggi di persone preoccupate perchè nella loro regione sono in programma prospezioni geofisiche o trivellazioni esplorative per la ricerca di giacimenti di idrocarburi.
Al di là della rassicurazione circa il fatto che una vibrodina per esplorazioni non può indurre terremoti (succede nei solo nei libri di fantascienza tipo The Hammer of Eden), mi sembra più importante sottolineare alcuni fatti:
1) molte concessioni sono per ricerche dove si sa già che idocarburi non ve ne sono,  oppure le quantità sono molto limitate.
2) a presentare istanza non sono le grandi compagnie ma piccole società, spesso venture capital quotate in borse straniere e con sede in paradisi fiscali.
3) ci sono già stati casi in cui la società dichiara di aver perforato un pozzo sterile ma è contenta lo stesso.
Perchè accade questo?
Innanzitutto un po' di dati. Nelle figure sotto ho riportato dati pubblici per tre zone (Molise, Golfo di Taranto, Abruzzo). Le aree in verde sono le concessioni, mentre i pallini sono i pozzi già perforati: rossi se produttivi, verdi se non produttivi. Le linee sono le prospezioni sismiche già effettuate.




Si può vedere in questi casi come le esplorazioni con la geofisica da superficie siano già state fatte ed i pozzi esplorativi siano risultati sterili. Qual'e quindi la convenienza nel chiedere di fare nuove esplorazioni?
La risposta sta nel Decreto Legislatvo 164 del 2000, che mette a disposizione circa 7 milioni di euro all'anno per rimborsare le compagnie che effettuano esplorazioni. I soldi sono presi come quota parte delle royalties versate dalle compagnie petrolifere che già stanno estraendo idrocarburi.
E'vero che il decreto stabilisce che non possano essere rielaborate linee sismiche già esistenti, ma mi domando se esiste un controllo ex-post sulla qualità e quantità del lavoro effettivamente svolto. Nel decreto citato questi controlli per la erogazione dei contributi non sono menzionati.

3 commenti:

  1. A me risulta che il finanziamento di cui lei parla sia stato cancellato nel giugno 2012 dalle misure urgenti per la cosiddetta crescita (DECRETO-LEGGE 22 giugno 2012, n. 83; vedere l'allegato 1 se il link non si apre già lì direttamente)
    http://www.normattiva.it/atto/caricaDettaglioAtto?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2012-06-26&atto.codiceRedazionale=012G0109&atto.articolo.numero=23&atto.articolo.tipoArticolo=0

    La sua spiegazione è senz'altro valida per il passato, ma continuo a vedere sul Bollettino Idrocarburi richieste (e permessi) di ricerca di idrocarburi in zone che a me paiono semplicemente assurde. Torno alla domanda da cui lei è partito: cui prodest, ora?

    Grazie

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  2. Da questa recente delibera della Regione Emilia Romagna mi sembra di capire che i finanziamenti siano tuttora attivi: http://servizissiir.regione.emilia-romagna.it/deliberegiunta/servlet/AdapterHTTP?action_name=ACTIONRICERCADELIBERE&operation=leggi&cod_protocollo=GPG/2013/921

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  3. E' vero, ma quella delibera eroga finanziamenti (che zuppa! di nostri soldi!)per le esplorazioni che erano già iniziate al momento dell'approvazione del decreto cosiddetto sviluppo, Dice il testo della delibera: paghiamo visto

    "l’art. 23, commi 7 e 11 del D.L. 22 giugno 2012, n. 83 che abroga la sopracitata disposizione di legge [i famosi finanziamenti] fatti salvi i procedimenti avviati in data anteriore a quella di entrata in vigore dello stesso decreto legge"

    Rimane la questione: cui prodest, ORA, chiedere ed ottenere permessi esplorativi in zone assurde?

    (abbia pazienza se insisto, ma questo è uno dei più interessanti misteri d'Italia)

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