giovedì 27 dicembre 2012

Ed ora, per qualcosa di completamente periodico...

I terremoti sono snervanti nella loro impredicibilità. Quindi, ogni tanto, meglio cambiare genere e dedicarsi a qualcosa di competamente periodico.
I calendari di pietra preistorici sono affascinanti nella loro perfetta regolarità che li fa funzionare a distanza di millenni dalla loro costruzione. In Basilicata e nel Cilento ne sono stati trovati alcuni, e la ricerca è ancora in corso perchè è probabile che ce ne siano altri. A questo link è disponibile un articolo in italiano che fa il punto sulle conoscenze attuali.
L'ultimo solstizio sembrava segnato dal maltempo, ma il giorno 23 finalmente era sereno e siamo saliti con i soci del CAI di Potenza sulla vetta di Monte Croccia nel Parco Regionale di Gallipoli-Cognato-Piccole Dolomiti Lucane.
A cavallo delle 16 ora locale il fenomeno dell'ingresso del sole nella galleria di pietra si è ripetuto come sempre. E' un momento magico ed emozionante, che riconnette agli antichi riti del solstizio invernale, simboli di ciclicità e rinascita, precursori della festa romana del Sole Invitto e del Natale cristiano.

Altre foto di questa bella giornata si trovano sul sito del CAI PZ.

martedì 18 dicembre 2012

Pollino: prepare for the unexpected

Nel 1994, il grande sismologo Hiroo Kanamori tenne un discorso al convegno riunito della Società Sismologica Americana e dell'Istituto di Ricerca in Ingegneria Sismica (EERI), intitolandolo "Prepare for the unexpected", ovvero "Preparatevi per l'inatteso". Kanamori si riferiva al fatto che il tempo troppo corto che abbiamo avuto a disposizione per osservare scientificamente i terremoti non consente di fare ipotesi di previsione realistiche e ogni volta che un nuovo terremoto colpisce, sembra ci sia sempre qualcosa che non ci saremmo aspettato.
Lo sciame sismico che da due anni interessa il Pollino non fa eccezione.
Se già si era dimostrato che anche le più evidenti regolarità temporali non reggono alla prova dell'evoluzione della sequenza, ora nemmeno la distribuzione spaziale ci fornisce certezze.
Il terremoto di magnitudo 3.4 occorso oggi (simbolo rosso nella mappa qui sotto) sembra aprire un nuovo fronte dello sciame, che non appartiene alla zona maggiormente interessata fino ad ora dalle scosse tra Mormanno e Rotonda (Faglia del Mercure), non colpisce nuovamente l'area interessata dal 4.3 di fine Maggio, non chiude lo iato tra queste due zone come ci si sarebbe potuto attendere e non ricade sulla faglia di Castrovillari anche se ci si posiziona abbastanza vicino (solo come epicentro, è troppo poco profondo per essere sul margine inferiore della faglia).

sabato 8 dicembre 2012

Pollino: tanta pazienza e niente capri espiatori

Ricevo ancora richieste di aggiornamenti da parte di persone comprensibilmente preoccupate residenti nelll'area del Pollino.
Le domande in questi giorni sono due:
1) ci sono segni di una prossima fine della sequenza?
2) svuotando il Lago di Mormanno si può fermare la sismicità?
La risposta purtroppo è no ad entrambe.
Come si vede dall'immagine sotto, la sequenza continua ad avere un tasso di produzione di terremoti molto elevato, e non riesce ancora a scendere almeno sotto a quello che aveva prima del 26 ottobre. Il calo è molto lento e non sembra possibile prima della fine dell'anno il raggiungimento di questo primo traguardo che indicherebbe l'inversione della tendenza fino a qui seguita.
Per quanto riguarda le responsabilità del Lago Pantano di Mormanno nella sequenza , ci sono almeno
tre prove che smentiscono questa possibilità.
1) Innanzitutto se è vero che alcune dighe inducono sismicità è anche vero che non tutte lo fanno.
In zona (vedi immagine sotto, sismicità 2005-2012) ci sono la diga del Pertusillo che è un noto caso di sismicità indotta con un invaso di 152 miloni di metri cubi e la diga di Monte Cotugno che non induce alcuna sismicità nonostante i suoi 482 milioni di metri cubi di acqua.
2) La diga di Mormanno racchiude solo 1 milione di metri cubi: è nulla se confrontata con la quantità di acqua che il disgelo immette ogni anno ciclicamente nelle falde acquifere del Pollino: una zona di 15x10 km viene coperta da un manto nevoso che può raggiungere anche i due metri complessivi in tutto l'inverno. Questo si traduce in un volume di acqua attorno ai 300 milioni di metri cubi di acqua.
3) Infine la sismicità indotta è legata al livello d'invaso e quindi diminuisce d'estate ed aumenta in inverno dopo le piogge che riempiono i bacini. La sequenza di fine agosto e quella di fine ottobre hanno invece coinciso con un periodo piuttosto siccitoso.



lunedì 26 novembre 2012

Quando rallenterà il Pollino?

Come volevasi dimostrare, anche il più regolare comportamento di una sequenza sismica, ovvero il dimezzamento tra due massimi di attività dello sciame del Pollino, non si è ripetuto.
Potrebbe essere una buona notiza se fossimo sicuri che il 5.0 del mese scorso fosse stata la scossa apicale della sequenza, e che da qui in avanti il tasso di attività calerà fino all'esaurimento.
Le numerose scosse di ieri hanno invece confermato un trend che era già visibile da alcuni giorni. Il numero di eventi con M>1 non riesce  a scendere sotto le 10 scosse in 24 ore, e negli ultimi giorni è ritornato a quasi 100 scosse in 24 ore.

Con il passare del tempo la sequenza sembra non riuscire a scendere sotto tassi di sismicità minori del minimo di quelli seguenti il precedente massimo locale (rettangoli rossi nel disegno sopra). Dopo la sequenza di Ottobre 2010 si era ritornati a 0.2 eventi/24h. Dopo Novembre 2011 ci si era attestati a poco meno di 1 evento in 24h, dopo Maggio 2012 a 1.5, dopo Agosto a 4, dopo Settembre a 6 e per ora la sequenza non è più scesa sotto 10 eventi in 24 h.
L'aumento di produttività della sequenza è ancora più evidente se si guarda al grafico del numero cumulato di eventi (sempre con M>=1).
 La pendenza tende ad aumentare con il passare del tempo, indicando quindi una accelerazione della sequenza. Quando questa tendenza si invertirà, non è possibile prevederlo.









venerdì 2 novembre 2012

L'accelerazione del Pollino

In questi giorni si sente parlare spesso di accelerazione della sequenza sismica del Pollino.
Che cosa significa e quali indicazioni si possono trarre? Esaminiamo il tasso di attività della sequenza da ottobre 2010 ad oggi espresso come numero di terremoti con magnitudo uguale o maggiore di 1 prodotti in 24 ore.


Le frecce rosse indicano i periodi di maggiore attività, e si può notare che il tempo tra due sequenze tende sempre a diminure. C'è qualche regolarità in questo comportamento? Sembrerebbe di sì, come si vede dal grafico seguente:
 I tempi si dimezzano ad ogni volta, riducendo il tempo tra uno sciame e l'altro. La sequenza, in giorni è data da:

178
83
44
24

A questo punto si potrebbe pensare che la prossima sequenza avvenga più o meno a 12 giorni dal 26 Ottobre. Come ha insegnato la presunta regolarità di Parkfield, i terremoti sembrano però voler seguire una statistica per poi abbandonarla inspiegabilmente, in barba a tutti i tentativi di prevederne una qualche regolarità.


domenica 28 ottobre 2012

Complotto o rumore di fondo?

Nei giorni immediatamente successivi ad un forte terremoto anche i non specialisti si lanciano a consultare siti come il data base ISIDE dell'INGV.
Chi lo guardi in queste ore nota che sembrano esserci solo scosse più forti, tutte superiori a M=2.1, mentre sembrano essere sparite quelle più piccole.
Prima che qualcuno metta in giro la bufala di qualche complotto o si lanci in interpretazioni catastrofiche sulla sismicità, guardate l'immagine qui sotto e confrontatela con quella della stessa stazione sismica due giorni fa.


 

Il rumore di fondo è aumentato moltissimo per il peggioramento delle condizioni meteomarine in queste ore. Il forte vento e le mareggiate causano onde sismiche che confondono il segnale sino a rendere indistiguibili le scosse minori.
Questo dimostra come bisogna avere molta cautela nell'analisi statistica dei dati sismici.

sabato 27 ottobre 2012

Il terremoto vien di notte...

Una gentile lettrice del mio blog mi chiede se i terremoti vengono più spesso di notte.
No, solo i piu recenti (Pollino, Emilia, Aquila) sono venuti di notte.
I le scosse principali di Umbria-Marche e San Giuliano sono stati di mattina, quello dell'Irpinia verso sera.
Si può vedere la distribuzione quasi uniforme dei terremoti in funzione dell'orario nella figura qui sotto fatta utilizzando il catalogo CPTI dell'INGV.

venerdì 26 ottobre 2012

Terremoto magnitudo 5 sul Pollino

Stanotte la sequenza sismica del Pollino ha stabilito un nuovo valore di magnitudo massima superando per la prima volta la soglia di magnitudo 5.
La scossa è stata seguita da numerose scosse di assestamento come si vede dal sismogramma della stazione sismica di Matera:

La scossa di questa notte porta con sè una buona ed una cattiva notizia.
La cattiva è che il tasso di produttività della sequenza è ancora aumentato, raggiungendo diverse centinaia di scosse M>1 per 24 ore, ed il tempo che passa tra due eventi principali della sequenza si è ancora accorciato, come si vede dal grafico qui sotto:

La buona notizia è che la popolazione ha reagito molto bene, mettendo a frutto il lavoro di informazione fatto durante un anno dai volontari di Protezione Civile. Non dimentichiamo che la campagna Terremoto: io non rischio del 13/14 ottobre è stata conclusa dal Capo Dipartimento di Protezione Civile proprio a Rotonda.
Ieri sera, prima della scossa il TGR della Basilicata ha mandato in onda un servizio proprio da Rotonda dove i cittadini ed il loro sindaco mostrano di avere ben compreso come comportarsi prima e durante un terremoto per ridurne le conseguenze.




mercoledì 24 ottobre 2012

Terremoto, io non rischio


Mi sono accorto solo ora che mi era rimasto in bozza. Lo pubblico ora perchè dopo la sentenza dell'Aquila mi sembra giusto far capire cosa si fa per comunicare il rischio sismico.


Terremoto – Io non rischioSabato 13 e domenica 14 ottobre, 1.500 volontari di dodici organizzazioni nazionali di volontariato di protezione civile saranno in oltre cento piazze in quasi tutte le regioni italiane per l’iniziativa “Terremoto – io non rischio”, la campagna nazionale per la riduzione del rischio sismico nata da un’idea del Dipartimento della Protezione civile e di Anpas, e realizzata in collaborazione con Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e ReLuis-Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica, in accordo con i Comuni e le Regioni coinvolte.
I volontari, formatisi negli scorsi mesi sul tema del rischio sismico, saranno nelle piazze per distribuire materiale informativo, per sensibilizzare i propri concittadini a informarsi sul livello di pericolosità del territorio dove vivono, per dare indicazioni su come svolgere una corretta prevenzione e ridurre la vulnerabilità sismica delle costruzioni.
Come membro del comitato organizzatore sarò in giro per le piazze del Nord-Est (Udine, Pordenone, Vittorio Veneto, Belluno) .
Mentre faccio tanti auguri ai volontari che si sono impegnati in questi mesi per la riuscita dell'iniziativa, invito tutti i lettori di questo blog a visitare uno stand nella piazza più vicina a loro.
L'elenco di tutte le piazza si trova sul sito www.iononrischio.it



La sentenza di condanna della CGR all'Aquila

Mi ero ripromesso di non commentare la sentenza dell'Aquila, ma notoriamente non riesco mai a tenere per me quello che penso...quindi tanto valeva dirlo in diretta a Radio3.
La puntata si può acoltare a questo link.

domenica 14 ottobre 2012

Il frettoloso accorpamento degli enti di ricerca

La proposta di accorpamento di tutti gli enti di ricerca potrebbe essere una buona idea, ma richiede tempi di realizzazione molto più lunghi e meditati. Se fatta senza preavviso come nella bozza di decreto che circola in queste ore, avrebbe conseguenze deleterie. Tra amministrazione controllata, nomina dei nuovi vertici, redazione dello statuto si avrebbero 210 gg di inoperatività totale. Poi bisogna vedere in quali tempi il nuovo governo varerà le norme attuative. Molti contratti in essere con le imprese andranno persi perchè non è prevista la trasferibilità a terzi del credito. La maggior parte dei contratti con la UE vengono rescissi se cambia la compagine dei proponenti, mentre solo alcuni casi si potrebbe accedere ad una lunga procedura di rinegoziazione. In queste condizioni la competitività e la credibilità della ricerca italiana all'apertura di Horizon2020 sarebbero ridotte a zero e sarebbe molto diffcile essere accettati nei consorzi che si stanno formando, che richiedono stabilità e certezze.
Altri tre "dettagli":
1) la chiusura di INGV, INOGS ed ISPRA (ci sono anche loro e l'ENEA nella bozza) porterebbe a possibili perdite di funzionalità delle reti di monitoraggio sismico, vulcanico, mareografico e delle frane.
2) la cessazione dei finanziamenti da imprese ed UE porterebbe alla impossibilità di rinnovare i contratti ai giovani ricercatori a tempo determinato che gravano prevalentemente su queste tipologie di fondi. La fuga dei cervelli conseguente sarebbe massiccia ed inarrestabile
3) fare questo accorpamento indiscriminato mentre la tanto auspicata Agenzia per la Valutazione (ANVUR) sta esaminando quali enti siano più produttivi ed efficaci di altri getta il sospetto che si voglia evitare finalmente un giudizio sul merito.
Se siete d'accordo per bloccare il decreto, fatelo sapere al Ministero andando a questo sito  e cliccate su "sono d'accordo"

martedì 2 ottobre 2012

Gestione psicologica della crisi sismica del Pollino

D ...lavoro a Rotonda ed abito a Mormanno, credo Le abbia già fatto intuire quale il motivo della mail. Leggo spesso il Suo blog e spesso mi è capitato di sentire i suoi interessanti interventi. Stiamo vivendo un incubo da quasi 2 anni e stanotte abbiamo avuto veramente paura! Non ho domande da farLe perchè le risposte le abbiamo già. Sappiamo che i terremoti non si possono prevedere, conosciamo il protocollo della Protezione Civile in caso di evacuazione, sappiamo come comportarci a casa, in ufficio e a scuola durante la scossa, sappiamo che attiene ad ognuno di noi mettere in sicurezza le nostre abitazioni, ma nessuno ci dice come affrontare questo momento di forte stress psicologico che sta condizionando le nostre vite logorandole. Vorremmo anche più informazione, i giornali si limitano ad elencare il numero di scosse e le magnitudo, le televisioni idem, tranne qualche Suo autorevole passaggio non c'è stato nessun approfondimento. Non si vuole creare allarme? Le assicuro, caro Professore, che siamo già fortemente allarmati.Oppure, come dice anche Lei, essendo in un territorio poco antropizzato non fa tanto notizia!

R Il problema della gestione psicologica delle emergenze è molto sentito ma purtroppo sono pochi gli specialisti disponibili.
Posso segnalarle il materiale preparato dal gruppo Psicologi per l'Emergenza dell'Università di Bologna in occasione del terremoto in Emila, che si può scaricare cliccando qui.
Quanto alla sequenza del Pollino, le scosse di questa notte hanno raggiunto nuovamente i massimi di produttività della sequenza, come si vede dal disegno qui sotto:
Quanto agli epicentri delle ultime ore (in verde nel disegno sotto) sono al confine tra l'attività dello scorso ottobre-novembre (in giallo) e quella di agosto-settembre (in nero), lasciando la zona di "buco" con la sequenza di maggio (arancione)


lunedì 24 settembre 2012

Video intervista sullo sciame sismico del Pollino

Per i pigri che preferiscono la TV alla lettura, è disponibile cliccando qui il video di una mia intervista al TGR sullo sciame sismico nel Pollino.



mercoledì 5 settembre 2012

Cosa succede sul Pollino?

La sequenza sismica del Pollino continua, con oltre 2000 scosse sopra magnitudo 1 e ormai centinaia avvertite dalla popolazione.
Coeme si vede nel grafico qui sotto, la sequenza di Novembre-Dicembre era stata caratterizzata da un numero di scosse per giorno che si era mantenuta più o meno costante.
La scossa più forte a Maggio era stata seguita da una diminuzione del numero di scosse per unità di tempo come accade per i mainshock (scosse principali) seguite dagli aftershocks (scosse di assestamenti) e come sta accadendo in Emilia.
La ripresa di attività di Agosto sembrava assomigliare come evoluzione a quella di Maggio, con un tasso di eventi in calo, ma in questi ultimi giorni il numero di scosse per giorno è tornato a salire assomigliando maggiormente alle fase di attività dello scorso Novembre.



giovedì 30 agosto 2012

Domande sulla comunicazione del rischio sismico

Sono una studentessa del master in Giornalismo e Comunicazione Istituzionale della Scienza dell’Univeristà di Ferrara e sto scrivendo un articolo sulla comunicazione del rischio sismico. 
Vorrei porle alcune domande:
– puo’ la comunicazione mitigare il rischio sismico ed evitare quindi la perdita di vite umane, e come?

La consapevolezza dei rischi e la conoscenza dei comportamenti da adottare prima, durante e dopo una calamità sono l'unico modo per evitare che un evento naturale estremo si trasformi in catastrofe

- com’è gestita la comunicazione del rischio sismico in Italia e in altri Paesi a rischio? Quali sono le principali differenze?

All'estero esistono strutture molto più organizzate e soprattutto molto più finanziate, tipo lo SCEC Communication, Education and Outreach project.
In Italia esiste da tempo un progetto per le scuole  e dall'anno scorso è iniziata in via sperimentale una campagna di informazione alla popolazione basata sull'impiego di volontari che quest'anno porterà ad almeno 100 incontri in piazza.

- esistono delle linee guida/best practices per la comunicazione del rischio sismico nei confronti dei cittadini e della stampa?

No.

– i social media possono costituire uno strumento valido per questo tipo di comunicazione e in che modo?

Sì, se usati bene da professionisti e ricercetori che comunicano correttamente notizie attendibili.
No, se danno troppo spazio a catastrofisti e propalatori di leggende urbane.

- cosa si fa oggi in termini di educazione/comunicazione nelle zone più a rischio in Italia (Calabria, Basilicata, Campania, ecc.)?

Queste zone sono state e saranno interessate dalla campagna nazionale Terremoto:Io non rischio. Durante la sequenza sismica sul Pollino si è tentato un esperimento di  comunicazione in emergenza i cui risultati sono stati recentemente presentati ad un convegno in un poster visibile qui.

- cosa è stato fatto e cosa non ha funzionato a suo avviso nella comunicazione durante il terremoto de L’Aquila e quello in Emilia? In che modo secondo lei la comunicazione potrebbe essere migliorata?

Credo che la comunicazione sul rischio sismico debba passare per il riconoscimento del fatto che quello da cui dobbiamo proteggere e su cui dobbiamo informare la popolazione sono le conseguenze del terremoto. Anni di esperienza mi fanno sospettare che complesse nozioni di tettonica e sismologia sulle sorgenti dei terremoti o la propagazione delle onde non servono alla popolazione per salvarsi quanto semplici messaggi su dove e come sia meglio costruire le proprie abitazioni, cosa possono  fare le moderne tecnologie per identificare le aree e gli edifici più a rischio, come intervenire per ridurre il rischio.

giovedì 23 agosto 2012

Ancora alta la "febbre sismica" del Pollino

Lo sciame sismico del Pollino continua a mutare aspetto rendendo difficile il confronto con quanto accaduto in precedenza. Dopo la scossa principale del Maggio scorso, il numero di eventi era rapidamente diminuito. Dopo la scossa di 3.7 del giorno 20 c'è stato un analogo accenno di diminuzione del tasso giornaliero di eventi, ma oggi c'è stata una impennata nel numero di terremoti che ha fatto nuovamente risalire il tasso di attività.


lunedì 20 agosto 2012

Ancora sismi sul Pollino

Da ieri sera la sequenza sismica sul Pollino ha subito una nuova variazione, con uno sciame più a Sud dei due fuochi della sequenza finora attivati. La scossa principale di questa nuova sequenza è stato un 3.7 preceduto e seguito da numerosi eventi di magnitudo superiore a 2 ed oltre 150 registrati da INGV.
Le due figure sotto mostrano la nuova sequenza (in rosso) e la sismicità dei due anni precedenti (in arancione) ed il grafico del numero delle scosse in 24 ore, che per la prima volta ha superato 100.




giovedì 16 agosto 2012

Il fracking sbarca su Nature

Il blog di Nature ha aperto una interessante discussione sulla relazione tra reiniezione post-fracking e sismicità, partendo dall'articolo di un ricercatore americano che sostiene come fino ad ora ci sia stata una sottovalutazione del problema dovuto alla mancanza di dati disponibili.
L'articolo, disponibile a questo link è consigliabile anche, per la foto che lo illustra, a tutti coloro che pensano che una operazione di fracking o reiniezione si possa impostare di nascosto di notte in un cortile.

domenica 15 luglio 2012

Terremoti profondi e tsunami

In risposta a Roberta che chiede:
"Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa del terremoto del 12/07 di magnitudo 4 a 479 km di profondità vicino Ischia. Non avevo mai visto terremoti a una tale profondità. Può esserci una relazione fra quel terremoto e questo fenomeno  ? Il terremoto però è avvenuto alle 23.25 della sera, il fenomeno è stato rilevato la mattina dopo."

I terremoti profondi sono un fenomeno comune e caratteristico del Tirreno Meridionale. Di quelli più profondi di 100 km, se ne registrano oltre un centinaio l'anno, come si vede dall'immagine qui sotto.
Ovviamente i più profondi sembrano anche i più forti (stelline), perchè è difficile registrare eventi piccoli a così grande distanza.
Per generare uno tsunami è necessario uno spostamento permanente del fondale (una frana, una eruzione vulcanica o una faglia che raggiunge la superficie). Un evento a quella profondità non può dare effetti diretti sul fondale marino.
Inoltre, come è correttamente riportato anche sul sito della Protezione Civile, il fenomeno di onda anomala si è verificato prima del terremoto, nella mattina del giorno 12.
Come si vede nella immagine qui sotto, elaborata dai dati pubblici del  servizio mareografico, il fenomeno è stato particolarmente intenso prima ad Anzio  e successivamente a Marina di Campo e Ponza, mentre appare trascurabile nelle altre stazioni di rilevamento.
  

martedì 3 luglio 2012

Puteometria (ovvero terremoti e pozzi)

Per chi mi ha chiesto un articolo in italiano che sostituisca quello in inglese citato in un mio precedente post, allego questo vecchio lavoro sulle origini degli studi scientifici in Italia sulla correlazione tra terremoti e livello dei pozzi.


Caldo e Terremoti, CO2 e galline

In questi giorni di gran caldo torna di attualità il problema del cambiamento climatico e dei gas a effetto serra. Cosa c'entrano i terremoti? Quelli naturali molto probabilmente nulla, ma sono quelli indotti a preoccupare. Negli USA è appena stato pubblicato un articolo  di Mark Zoback, noto e rispettato geofisico della Stanford University, che pone seri dubbi sulla effettiva possibilità che lo stoccaggio di anidride carbonica (CO2)  nel sottosuolo sia una soluzione praticabile a causa della sismicità che si andrebbe ad attivare. Traduco le conclusioni per chi non si vuole leggere tutto l'articolo:
"Nonostante il suo enorme costo,  la cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) su larga scala è considerata una strategia praticabile per ridurre significativamente le emissioni di CO2 associate a   centrali di energia elettrica a carbone ed altre fonti industriali di CO2. 
Noi sosteniamo che vi è un'alta probabilità che i terremoti verranno attivati dalle iniezione di grandi volumi di CO2 nelle rocce fragili che si trovano comunemente in ambienti continentali. Poiché anche terremoti di piccole e  medie dimensioni minacciano l'integrità della tenuta dei depositi di CO2, in questo contesto, la CCS su larga scala è una strategia rischiosa, e probabilmente senza successo per ridurre significativamente le emissioni di gas a effetto serra."
In Italia la ricerca in questo settore segna il passo. La pagina dell'INGV dedicata alla CCS non fa menzione della possibilità che tale tecnica induca sismicità.
In compenso il più diffuso quotidiano nazionale dedica una pagina ad un confuso potpourri di aneddoti pre- e post-sisma, dove apprendiamo tra l'altro che: "le emissioni del gas radon, di cui tanto si parlò nel 2009 dopo il terremoto dell'Aquila, non sarebbero state di nessun aiuto in Emilia Romagna, il cui sottosuolo è privo di elementi di origine vulcanica" e che "la temperatura del terreno ha raggiunto i 50 gradi". 
Peccato che proprio in Emilia-Romagna si siano raccolti i dati di un articolo sulle variazioni pre- e post-sismiche del radon già nel 1994, e che il sistema di monitoraggio dei dati idro-meteo della Regione Emilia-Romagna non evidenzi anomalie di temperatura che con il terreno a 50° (!!) dovrebbero essere notevoli.
Giusto come curiosità: l'idea di una sistematica misurazione del livello dell'acqua dei pozzi per prevedere i terremoti era stato proposto in Emilia, a Poretta Terme, già nel 1800 come racconta questo articolo.

sabato 30 giugno 2012

Terremoti e finali di calcio, ovvero in quanti bisogna saltare per fare un terremoto?

Dopo Italia-Germania di giovedì sera Luca Lombroso segnalava un terremoto registrato da INGV più o meno in concomitanza con la fine della partita, scherzando sul fatto che fosse stato causato dai salti dei tifosi. Ma quante persone devono saltare insieme per simulare un terremoto?
La questione è stata presa seriamente in passato: nel 2001 un esperimento a livello nazionale (Giant Jump) è stato programmato nel Regno Unito. Un milione di studenti hanno preso parte ad un salto in simultanea ad un tempo fissato. Le registrazioni sismografiche hanno mostrato che il moto era notevole all'interno degli edifici (scuole, musei), dove l'esperimento ha avuto luogo, ma si è attenuato velocemente, senza lasciare tracce alle stazioni sisimiche lontane. La mancanza di sincronicità e la rapida attenuazione delle onde in alta frequenza sembravano rendere impossibile la generazione di un terremoto "per salto simultaneo"

Nel 2006 si è verificato fortuitamente l'esperimento perfetto: la finale dei Mondiali in Germania tra Italia e Francia. Tutti erano immobili nel momento in cui Grosso ha calciato il rigore decisivo, e milioni di televisori hanno sincronizzato il salto di tutti i tifosi italiani. Serviva solo una stazione sismica professionale in un area tranquilla all'interno di una città. La stazione a larga banda BA-PZUN all'interno del campus dell'Università della Basilicata era perfetta, ed infatti ha registrato il "calciomoto", come si vede dalla figura qui sotto:


La registrazione del "terremoto dei mondiali" è diventata parte di un documentario della TV tedesca, dove è montata molto bene mentre scorre in parallelo alle immagini della partita e dei tifosi.
Nel 2008 è diventata il manifesto di una mostra su arte e calcio organizzata a Zurigo per i campionati europei di quell'anno. 




Ne parla anche Paolo Rumiz nel suo reportage a puntate per Repubblica "L'Italia Sottosopra" (a proposito, una ottima lettura da consigliare a tutti per mantenere la memoria dei terremoti passati, vedi il pezzo sui terremoti nel Ferrarese)
Io ne ho scritto (più o meno seriamente) in un articolo pubblicato sulla rivista della Società Sismologica Americana. Nel presentare quel numero della rivista, l'editore menzionava l'articolo dicendo "Sono particolarmente felice della rubrica Earthquake Lites in questo numero, nonostante il perdono che dovremmo implorare dai francofili tra noi." Perchè il perdono dei francofili? Perchè l'articolo si chiudeva con una presa in giro di alcuni colleghi francesi che sostenevano la tesi di come certe misure sismiche venissero falsate da persone che camminavano o saltavano vicino ai sensori, smentita dall'analisi della registrazione del "calciomoto".
Per celebrare il tutto con una degna goliardata, gli ignari colleghi francesi mi offrirono una occasione d'oro: il loro capo mi propose di presiedere una sessione al convegno europeo di sismologia ed ingegeria sismica che nel 2006 si teneva a Ginevra. Ho accettato al volo e anzichè con la giacca e cravatta d'ordinanza mi sono presentato con la maglietta qui sotto:
Le risate di qualche centinaio di colleghi e la faccia basita del collega francese sono state soddisfazioni impagabili.
A proposito, la semifinale Italia-Germania ha prodotto solo un aumento del rumore di fondo dopo la conclusione, ma non c'è stato nessun salto sincronizzato sufficiente a generare un calciomoto.

giovedì 28 giugno 2012

Sciame sismico nel Siracusano

Alcuni amici siciliani, volontari dell'iniziativa "Terremoto: Io non rischio" mi scrivono preoccupati chiedendo cosa sta succedendo nella Sicilia sud-orientale.
Nelle ultime due settimane la zona del Siracusano è stata interessata da un sciame sismico, la cui area epicentrale è riportata nella mappa qui sotto.

Si tratta di qualcosa di inusuale per l'area? Un evento che potrebbe preludere a terremoti più forti?
Se esaminiamo gli ultimi 5 anni della sismicità nella stessa zona, vediamo che in realtà non si tratta di una cosa tanto strana. Nell'immagine qui sotoo si vede come la stessa area è stata interessata da un evento simile (occorso nel settembre 2011), un altro sciame è avvenuto a nord-ovest, tra Ragusa e Catagirone,  mentre la zona di Augusta ha prodotto moltissimi terremoti.


Si può quindi concludere che sciami di questo tipo sono avvenuti molte volte nel recente passato senza portare ad eventi catastrofici.
Non bisogna comunque dimenticare che siamo in una delle zone più sismiche d'Italia, dove in passato si sono verificati alcuni dei più forti e devastanti terremoti della nostra storia.
Se consultiamo la banca dati macrosimica italiana vediamo che in zona si sono raggiunti i massimi vaolri della scala Mercalli, fino al grado 11(devastazione totale).

Quindi le scosse di questi giorni devono essere come quelle piccole ed innocue aritmie che però ci ricordano che non è sempre garantito che il nostro cuore funzioni bene e che sarebbe il caso di ridurre i fatttori di rischio prima che succedano grossi guai.
In Sicilia e in tutta Italia quindi segnatevi l'appuntamento il 13 e 14 ottobre con la nuova campagna di informazione con i volontari in piazza


mercoledì 20 giugno 2012

Chiarezza sulla sismicità indotta


Il National Research Council ha pubblicato uno studio sulla sismicità indotta da pratiche standard ed alternative nel campo energetico (dal fracking alla geotermia, dalle estrazioni convenzionali al sequestro della CO2).
Lo studio completo è disponibile a questo indirizzo. Per chi volesse leggere un riassunto, è disponibile qui sul sito di Scientific American.
La conclusione dello studio americano è applicabile anche all'Italia: non esiste nessun insieme di  "migliori pratiche" industriali per ridurre al minimo il rischio di terremoti, il che a sua volta rende più difficile per i legislatori di stabilire regole ragionevoli. La commissione raccomanda vivamente che le aziende del settore lavorino con il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti per stabilire tali pratiche.
Anche in Italia è stato proposto dall'INOGS  uno studio nell'ambito dei programmi di ricerca 2012-2013 finanziati dal DPC tramite INGV per iniziare a proporre norme che regolamentino la valutazione della pericolosita sismica da sismicità indotta con particolare riferimento allo stoccaggio gas.
E' bene ricordare che in paesi come l'Olanda, sui siti dei gestori si trova esplicita menzione del rischio potenziale, con una valutazione indipendente della magnitudo massima inducibile e la piena accettazione della responsabilità legale e materiale per qualsiasi danno dovesse verificarsi (leggere ad esempio le ultime tre righe sul sito web dell'impianto di Bergemeer )



domenica 17 giugno 2012

Un mese di terremoti in Emilia

Il 18 maggio (un mese domani) c'è stata la prima scossa di terremoto nella pianura emiliana. La magnitudo era 1.9, di eventi così ogni anno ne capitano a migliaia. Che fosse un foreshock, o scossa premonitrice, lo si è capito solo dopo, quando la sequenza ha dato la sua scossa più forte con una magnitudo 5.9.
In questo mese ci sono state quasi 1500 scosse di magnitudo superiore a 2, la sequenza si è allargata nello spazio coprendo una estensione est-ovest di 55 km tra la A22 e la A13. Analizzando la sequenza si può dire qualcosa di più che risponda alle molte domande che la gente si pone?
Innanzitutto esaminiamo il numero di terremoti, osservando una specie di "grafico della febbre" della sequenza sismica che ci dice quanti terremoti con magnitudo superiore a 2 ci sono stati in media nell'arco di 24 ore. Ecco il grafico:

Si vede molto bene che ci sono stati tre periodi di massima intensità: all'inizio, dopo le scosse del 29 maggio e dopo il 3 giugno. In pratica, ogni scossa di magnitudo superiore a 5 ha avuto la sua propria sequenza di aftershock (scosse di assestamento) con una decrescita esponenziale del numero di scosse in funzione del tempo che passa (è la Legge di Omori). Adesso la sequenza è al minimo di produttività dall'inizio. Se non ci saranno altre scosse forti (e questa probabilità diminuisce anch'essa con il tempo) i terremoti tenderanno ad essere sempre più deboli e rari.
Se invece guardiamo il grafico dell'energia complessivamente rilasciata dalla sequenza, si vede una cosa per certi versi analoga, ma con una importante differenza. Ecco il grafico dell'energia cumulata:

In termini di energia si vede che la fase iniziale è stata più forte della ripresa del 29 maggio e che la ultima fase sopra magnitudo 5 ai primi di giugno è una frazione molto piccola dell'energia totale fino a qui rilasciata. Dal 3 giugno ad oggi la somma di tutte le centinaia di scosse che ci sono state è quasi irrilevante rispetto al totale.
Infine, l'ultimo grafico che ci conferma come questa sequenza segua la distribuzione comune a tutti i terremoti, tanto da essere considerata una legge universalmente valida, la Legge di Gutenberg-Richter: il numero dei terremoti decresce esponenzialmente con il crescere della magnitudo. Il grafico qui sotto riporta il numero di eventi uguali o maggiori ad una data magnitudo per la sequenza emiliana nel mese appena trascorso:
Poichè la scala è logaritmica, il numero cumulato in funzione della magnitudo è approssimato da una retta. Questo ci fa capire come quello che conta è la distribuzione di tutta la sequenza, e come non abbia senso strologare su di singolo evento di magnitudo 2.7 o 3.6. Ogni singolo evento non ha significato per sè ma come membro di una famiglia che deve seguire certe regole (Legge di Omori, Legge di Gutenberg-Richter).
Quindi:
1) La sequenza emiliana si sta comportando come ogni altra sequenza al mondo
2) Il numero di terremoti tende a diminuire nel tempo
3) La distribuzione delle magnitudo segue la regola generale di moltissimi piccoli terremoti per pochi grandi
Questo ci dice qualcosa di altro per il futuro? Sì, che i terremoti forti diventano ogni giorno meno probabili in questa sequenza. Ovviamente non possiamo dire nulla circa l'attivazione di una nuova sequenza in aree limitrofe, che porterebbe con se la propria coda di aftershock.






sabato 9 giugno 2012

Molti terremoti, molto vicini.... e domani?

Dopo il comunicato della commissione Grandi Rischi molta gente si chiede: ma se i terremoti non si possono prevedere, perchè adesso si parla di sequenze collegate tra di loro che potrebbero non finire presto?
Le due cose sono diverse. Per previsione dei terremoti si intende la capacità di fare una affermazione de tipo "tra tre giorni ci sarà un terremoto con questa magnitudo alle coordinate X e Y".
Studiando la statistica dell'insieme dei terremoti possiamo invece cercare di capire se avremo una evoluzione piuttosto che un'altra.
Il fatto che i terremoti siano distribuiti casualmente crea un fenomeno che tutti hanno sperimentato e che segue una statistica simile. In un giorno affollato in autostrada state viaggando bene da un po' quando incontrate una coda. Poi senza preavviso si rimette tutto in moto e viaggiate tranquilli per un altro bel tratto. Poi di nuovo una coda che stavolta pare interminabile, e così via.
Immaginate che il tempo che passa tra due code sia il tempo che passa tra due terremoti. Se Isoradio vi ha avvisato che ci sono code a tratti, non importa quanto a lungo state viaggiando veloci, prima o poi incapperete in una coda, e le code possono durare anche a lungo.
La carta di pericolosità ci avvisa che una zona è sismica e che ci si aspetta un terremoto ogni tot anni, ma non ci dice quanto durerà la sequenza.
Allora diamo un'occhiata ai cataloghi. Scegliamo una magnitudo forte, che in Italia non è stata più superata dal 1980 in Irpina, M=6.3. Contiamo gli anni che dal 1000 al 1980 sono passati tra due terremoti di questo tipo. Se dividiamo 980 anni per i terremoti che ci sono stati otteniamo circa 15 anni in media tra un terremoto e l'altro. Sembrerebbe che siamo in ritardo, dal 1980 ne sono passati più del doppio, e non ci sarebbe ninete di strano se un terremoto così capitasse domani.
Andiamo a vedere la distribuzione completa di tutti i tempi trascorsi tra due scosse e ci accorgiamo che solo in poco più del 10% dei casi si sono aspettati più di 32 anni. Inoltre oltre il 40% dei terremoti di magnitudo 6.3 è avvenuto lo stesso anno o entro due anno dal precedente.

venerdì 8 giugno 2012

Cose noiose sul terremoto, ma che devono esser dette

Parlare degli aspetti seri ed importanti del terremoto in Emilia è come pretendere di avere di nuovo il teatro in prima serata televisiva. Sembra che al pubblico piacciano di più il fracking ed il wrestling, HAARP ed i talent show, forse faranno anche un reality con in previsori di terremoti sbarcati su di un isola deserta (certo, se il biglietto fosse di sola andata...)
Io avevo scritto in una relazione del 2009 per la Provincia di Modena che non era affatto una buona idea fare lo stoccaggio a Rivara perchè era noto che lì sotto c'era una FAGLIA ATTIVA.
Quale parte non è stata chiara di FAGLIA ATTIVA in tuti questi anni? Una faglia attiva può produrre terremoti quando vuole, nel 2009 come nel 2156 o, come è successo nel 2012. Temo che qualcuno (tutti) abbiano capito che una faglia diventa attiva solo se la si va a stuzzicare con gas o altri fluidi in pressione.
E' giusto vigiliare contro lo sfruttamento eccessivo del territorio e la realizzazione di impianti pericolosi. Non è giusto che il fracking, lo stoccaggio, le trivellazioni diventino al pari di HAARP, di Bendandi o dei Maya delle vere armi di distrazione di massa: per i disinformatori il terremoto non può (non deve) essere derubricato a fenomeno naturale che potrebbe non produrre danni se solo si costruisse bene e dove si può. Finché il terremoto rimane un sigillo dell'Apocalisse, o il risultato di un complotto demoplutogiudaico,  non comporta il doversi interrogare sulle cause personali e sociali dei disastri (elusione della normativa antisismica, abusivismo edilizio, piani urbanistici disattesi,  risparmi ingiustificati sulla progettazione, ritardi e sottofinanziamenti degli adeguamenti sismici delle strutture esistenti, mancanza di una politica di informazione responsabile sui comportamenti, ecc.)
La faglia di Mirandola è stata riconosciuta come attiva alla fine degli anni 90. Nel 1998 la zona era già stata proposta come sismica nella carta adottata solo dopo il terremoto di San Giuliano del 2002. Purtroppo dal 2003 per puri interessi economici le nuove norme per le costruzioni (OPCM3274 e poi NTC08) sono "convissute" con le precedenti ed il committente di una costruzione poteva decidere con il progettista di optare per l'uno o l'altro dei sistemi. Ovviamente le nuove norme sono più restrittive e comportano costi maggiori per committenti ed imprese di costruzioni, le cui lobby hanno tenuto duro fino al terremoto dell'Aquila quando finalmente lo scandaloso regime di "covigenza" è stato cancellato.
Sempre grazie all'uso delle armi di distrazione di massa di cui detto sopra, fino a questo momento non mi sembra che si parli di cose concrete tipo:
1) dove effettuati, gli studi di microzonazione sismica in Emilia hanno previsto bene il comportamento del terreno, inclusa la suscettibilità alla liquefazione.
2) La regione Emilia Romagna ha battagliato in sede di Conferenza delle Regioni e P.A. per avere una aliquota maggiore delle risorse per microzonazione, miglioramento edifici privati e adeguamento edifici strategici (ora concessi con l'OPCM4007) proprio sulla base della aumentata conoscenza del rischio sismico della zona
3) La Regione Emilia Romagna è stata tra le prime a rendere obbligatoria la microzonazione sismica per i piani urbanistici, anche prima dell'approvazione degli ICMS09
4) Invece il modello federalista delle regioni-fai-da-te non ha funzionato al meglio nell'organizzazione dei soccorsi, nella allocazione delle risorse del volontariato e nella pianificazione delle ispezioni tecniche per l'agibilità. Nei casi dell'Aquila, San Giuliano e Umbria-Marche la gestione centralizzata mi sembra abbia funzionato meglio. Questa emergenza è stata gestita secondo il nuovo regolamento di Protezione Civile, modificato con un decreto attualmente in fase di conversione. Temo che per limitare l'onnipotenza della Protezione Civile degli ultimi anni si sia gettato con l'acqua sporca dei Grandi Eventi anche il bambino, ovvero un sistema di intervento in emergenza tra i migliori nel mondo.

martedì 5 giugno 2012

Pericolosità o Rischio, Percezione delle scosse ed altre cose sui terremoti che qualcuno deve pure dirvi

D. Un'occhiata alle mappe del rischio sismico del norditalia non mostra alcuna variazione di colore in coincidenza con gli insediamenti abitati, con gli impianti etc.
La domanda è: è sbagliato sospettare che il rischio sismico venga valutato in modo indipendente dal tipo di utilizzo che si fa di un territorio?


R. Quella che tutti stiamo vedendo in questi giorni non è una mappa di rischio: è la mappa di pericolosità, ovvero quella che ci dice qual'è il valore del moto del terreno (accelerazione) che si ritiene probabile (almeno al 10%) nei prossimi 50 anni. Combinando questa mappa con dati di vulnerabilità degli edifici (se sono nuovi o vecchi, a norma o meno, in cemento armato o muratura, ecc.) e con l'esposizione (quanti ce ne sono) si ottine la mappa di rischio che ci dice quante case possono danneggiarsi o crollare a causa del terremoto. Quella riportata qui sotto da un lavoro di Crowley e altri del 2007 è un esempio di mappa di rischio, dove conta anche quante case ci sono e come sono costruite.





D. Sempre in merito alla questione ripompaggio nei giacimenti parzialmente asciugati: leggo da più fonti che un meccanismo accreditato di potenzlale azione nefasta su una faglia è quello secondo cui il liquido iniettato o rimosso va ad alterare le proprietà di scorrimento locale tra gli strati rocciosi in una faglia, anche ad una certa distanza dal punto di iniezione.
Chiaro che in tal caso la ridotta dimensione del giacimento utilizzato non avrebbe un gran ruolo. Però ho notato che a questo tipo di problemi a Bagnolo non si è accennato. Le uniche possibili cause di disastri sono state ricondotte al fatto che si gonfi o si sgonfi il pallone. Per cui
piccolo pallone = piccolo disastro.
a) E' fondata quest'idea che vado a mettere una buccia di banana nella faglia?
b) Più in generale, sta in piedi l'argomento "piccolo giacimento = piccolo disastro"


R. La iniezione di fluidi a pressione in una faglia può provocare terremoti la cui energia non sarà correlata alla quantità o pressione del fluido ma alla dimensione della faglia attivata, quindi è vero l'effetto che lei definisce "buccia di banana" e nel caso non vale l'equazione piccola sollecitazione = piccolo terremoto

D. E' ormai chiaro che i terremoti non si possono prevedere, ma perche'? Perche' non e' possile elaborare degli algoritmi che permettano di stabilire -con un adeguato margine di errore - l'intervallo di tempo entro il quale la forza elastica verra' rilasciata?

R. Eistono in fisica molti fenomeni che sono predicibili solo in senso medio (statistico) ma non individualmente. Quella che definiamo radioattività, ad esempio, è la proprietà di un atomo di cambiare stato emettendo particelle. Possiamo sapere quanto tempo ci mette ad esempio, un chilo di Uranio a trasformarsi in mezzo chilo di Uranio e mezzo chilo di Torio, ma non potremo mai osservare un singolo atomo di Uranio e stabilire quando quell'atomo si trasformerà.
Anche la temperatura dell'aria è una statistica, descrive la media dell'energia cinetica di tutte le particelle. E' una informazione utile, e non pretendiamo di conoscere velocità e posizione di ogni molecola di gas per decidere se ci dobbiamo mettere un maglione per uscire di casa.
In particolare i terremoti sono un fenomeno che appartiene alla categoria  (scusate il parolone) della criticità autoorganizzata. In parole povere vuol dire che un sistema sembra in equiibrio ma è sempre sul punto di trasformarsi in qualcosa di simile a come era prima mediante eventi di durata e grandezza non individualmente prevedibili. Ancora troppo complicato? Allora prendete una manata di sabbia, fatela scorrere lentamente attraverso il pugno appena aperto. Qunado la sabbia tocca terra, o un tavolo, si formerà un cono con le pareti ad un angolo più o meno sempre uguale. Ogni tanto la sabbia che si accumula sulla punta del cono provocherà delle piccole frane che vi daranno un cono più largo alla base ma con le pareti allo stesso angolo di prima. Sembra semplice, ma provate a prevedere quando si innescherà una frana e quanto sarà grande. Non ci riuscirete mai. Non avete voglia di sporcarvi le mani? Allora giocate con questa applicazione Java  che simula una pila di sabbia.


D. Visto che non e' possibilile stabilire quando un evento sismico si verificherà, è lecito credere a quanto dicono i giornali, ovvero che le scosse di assestamento del terremoto di cui sopra sarranno anche di grande entita' e si ripeteranno per lunghi periodi di tempo?

R. Anche qui vale quanto detto sopra. Non possiamo prevedere quando ci sarà una scossa di assestamento nè quanto sarà grande, ma possiamo descrivere il comportamento statistico medio delle scosse di assestamento. Se ne accorse un simologo giapponese a fine 1800, ed in suo onore si chiama Legge di Omori. Sappiamo che il numero delle scosse e la loro intensità varia da sequenza a sequenza ma la forma della funzione che descrive questi andamenti è la stessa. Per terremoti della stessa sequenza sismica il numero delle scosse decresce esponenzialmente con il passare del tempo, mentre per la loro magnitudo massima in funzione del tempo il discorrso è un po' più complicato.


D. Martedì 29 ore 9 la scossa é stata dichiarata di 5.8. Ore 13 la scossa é stata dichiarata di 5.3.
Ora al solito circolano le solite voci di camuffamenti vari dei valori di intensità. Ma la percezione che io come tutte le persone con cui ho parlato abbiamo avuto é stata che quella delle 13 abbia avuto una potenza maggiore e devastante anche per i danni che ha fatto. A cosa può essere dovuta questa percezione??

R.    Nella  immagine che ho messo nel post precedente si vede chiaramente che la prima scossa è molto più grande della seconda quando vengono registrate ad una stazione sismica abbastanza lontana per cui la distanza fra gli epicentri dei due terremoti è trascurabile. E' diverso se ci troviamo vicino ai due epicentri, dove la distanza diventa molto importante. L'intensità macrosismica, che misura gli effetti del terremoto (inclusa la percezione e reazione degli esseri umani) decresce molto rapidamente con la distanza, come si vede in questo disegno preso da un lavoro del 2010 di Gomez Caprera ed altri.






lunedì 4 giugno 2012

La leggenda della magnitudo e dell'intensità

Un giorno si dovrebbe scrivere un libro sulle leggende urbane post-terremoto.
Ringrazio Fausto Casini, presidente dell'ANPAS, per avermi segnalato e chiesto di smentire le due più diffuse che circolano tra gli ospiti dei campi di assistenza da loro gestiti.

Leggenda 1) L'INGV fornisce magnitudo inferiori a 6 perchè così lo stato e le assicurazioni non pagano i danni

Questa leggenda nasce da un errore fatto da un giornalista dopo il terremoto dell'Aquila, quando scrisse che lo Stato non avrebbe ammesso ai benefici post-terremoto quei comuni dove la magnitudo era stata inferiore a 6. Si era confuso con l'intensità Mercalli. In effetti l'intensità 6 delimitava le zone di intervento e ammissione ai benefici per un semplice motivo: in questa scala che misura gli effetti del terremoto viene definito sesto grado quello al quale iniziano i danni seppure lievi.
La magnitudo è un numero con il quale viene etichettato il terremoto per dire quanta energia ha rilasciato la faglia che si è mossa, non varia da comune a comune.
Le assicurazioni non hanno un limite di magnitudo, al massimo un limite inferiore di danni in franchigia. Se subiamo un incidente in auto ci pagano le riparazioni, non conta se ci hanno tamponato a 59 o 61 km/h. Ad esempio a Lorca (Spagna), le assicurazioni stanno ripagando i danni di un terremoto M=5.1.
Per chi vuole saperne di più ecco due siti che descrivono pro e contro delle assicurazioni sul terremoto:
http://www.cbsnews.com/8301-505144_162-57319955/earthquake-insurance-8-things-you-need-to-know/
http://bucks.blogs.nytimes.com/2011/09/07/is-earthquake-insurance-worth-the-cost/


Leggenda 2) I siti stranieri danno sempre magnitudo più grandi, l'INGV ci nasconde qualcosa

Esistono vari tipi di mangnitudo: quella locale o Richter (Ml) che si misura entro 500 km dall'epicentro dalla massima ampiezza delle onde S (la componente volgarmente detta "ondulatoria"),
la Mb che si misura a distanze maggiori sull'ampiezza delle onde P (la componente detta "sussultoria"), la Ms che si misura sulle onde che arrivano per ultime (onde di superficie), la Magnitudo Momento, la Magnitudo Durata, la Magnitudo Energia....
E' come dire che voglio conoscere una lunghezza ma confronto una misura in metri con una misura in piedi o yarde o (come diceva Francesco Guccini) in bracci, pertiche e pezzoloni.
Anche nella stessa scala non è semplice stimare la mamgnitudo che viene calcolata come media di diverse stazioni. Se uso stazioni sismiche diverse la media può essere diversa.
Se non credete che le scosse del 29 e di ieri sera siano state più piccole della prima guardatele qui sotto nella stessa scala, registrate dalla stessa stazione sismologica. Anche un non sismologo vede la differenza.

Detto questo sulle difficoltà di comparare diverse magnitudo da diversi enti la teoria "complottistica" viene smontata proprio dal terremoto di ieri sera. L'INGV è stato l'unico a dare una magnitudo superiore a 5 mentre USGS, CSEM, e GFZ sono tutti sotto a 5, come si vede dalle immagini qui sotto.








venerdì 1 giugno 2012

Il gioco sporco della previsione dei terremoti

Cosa hanno in comune il calcioscommesse e la previsione dei terremoti? La capacità che hanno persone senza scrupoli di approfittare di individui in stato di necessità (prsicologica o materiale), per trarne un vantaggio (psicologico o materiale)
Ieri sera ho trovato almeno cinque messaggi di persone preoccupate per la catastrofe prossima ventura. Anzichè rispondere individualmente a chi si preoccupa della faglia del Pollino, del transito di Venere, della prossima congiunzione Bendandiana, degli esperimenti sismomilitari americani, dei metodi di previsione russi, della megafaglia siculocalabrese ed altro ancora, vorrei fare alcune considerazioni generali.
1) se qualcuno avesse trovato il modo di prevedere i terremoti sarebbe l'uomo più ricco del mondo. Le aasicurazioni e risassicurazioni lo coprirebbero d'oro. A tutti i convegni di sismologia partecipano sempre gli esperti di stima del rischio sia delle grosse compagnie che delle società specializzate che fanno i conti per loro. Ci vorrebbe così poco a contattarli e proporgli il metdo infallibile. Invece il previsore va in TV, sui giornali o spera in una circolazione virale di un suo commento su Facebook. Insomma, sembra il maghetto sfigato che dagli schermi di TeleRoccaseccadisotto convince la casalinga disperata che lui prevede i numeri del lotto. E allora perchè non se li gioca lui, stravince e se ne va ai Caraibi? Del resto se le persone non applicano questo semplice ragionamento al mago del lotto, perchè farlo con in previsori di terremoti?
2) Nelle lotterie in compenso non vale il principio del "quasi previsto". Si può diventare celeberrimi per avere "quasi previsto" un terremoto a 100 km di distanza dal vero, con la magnitudo sbagliata, o in un intervallo temporale talmente lungo che è matematicamente sicuro che un terremoto capitava comunque. Non si diventa ricchi per avere "quasi previsto" un terno al lotto. Se giocate al superenalotto 6 (magnitudo), 8 (intensità mercalli), 10 (giorno), 12 (mese), 16 (longitudine), 40 (latitudine) ed escono 5, 7, 9, 11, 17 e 41, col cavolo che vi pagano la vincita. Però ci avevate quasi preso. Soddisfatti?
3) Conviene sparare minchiate. Con la sequenza del Pollino in atto è innegabile che la probabilità di avere un terremoto forte è maggiore che senza la sequenza (anche se di una frazione insignificante difficile da spiegare ad un non statistico). Se io dico che verrà un forte terremoto entro una settimana e ci prendo, divento il dio della sismologia, se non ci prendo tutti se ne scordano in 10 secondi come capita sempre per le mille previsioni sbagliate. Quindi se voglio diventare famoso meglio dire che viene un terremoto, fregandosene altamente delle conseguenza ansiogene in cui getto migliaia di persone (sembra la Scommessa di Pascal).
4) Come si fa a prendere sul serio chi dice che la previsione è osteggiata dalle lobby degli speculatori della ricostruzione? Se si prevedeva il terremoto dell'Emilia, allora le scuole chiuse, gli ospedali disastrati, le fabbriche inagibili, i ponti inservibili, le case danneggiate e tutto quello che sta rovinando la vita di migliaia di persone come lo evitavamo? Tenevamo su le case come quella del film UP, con migliaia di palloncini magari gonfiati con il Radon? Scappavamo per strada per prenderci i calcinacci in testa?
5) I sismologi parlano di zone a rischio e gli viene detto che sono degli incapaci. Quando andate dal medico e vi dice che avete un cormportamento a rischio per il cuore cosa fate? Controllate il colesterolo, smettete di fumare ed iniziate a fare sport oppure vi incazzate perchè il vostro dottore non può dirvi il giorno esatto in cui vi verrà un infarto azzeccando anche il numero di coronarie occluse? Forse non vorreste neanche saperlo....
6) Una modesta proposta. L'aspirante previsore deve fare i suoi vaticini davanti ad un assembramento di almeno 10 sfollati per terremoto guardandoli in faccia. Io in questi giorni lavoro sul campo in Emilia e faccio base al campo ANPAS di Mirandola (a proposito, mille grazie ai volontari per l'assistenza logistica e tecnica). I bagni sono dalla parte opposta del campo e non riesco ad attraversare il piazzale senza che qualcuno mi fermi (visto che ormai mi conoscono come sismologo) e mi chieda quali scosse ci sarnno oggi, quanto saranno forti. Vorrei che ci provasse il bravo previsore a dare una risposta a quelle persone angosciate.

Chiudo con un disegno di un bambino. Il prefabbricato dove siamo alloggiati per la notte, di giorno diventa consultorio psicologico per le vittime del terremoto, e ieri sera ho trovato questo disegno sul tavolo. Credo che questa semplice rappresentazione del prima e del dopo evento spieghi meglio di tante parole cosa rappresenta il terremoto per chi lo subisce.